Tenere Euro di Berlino o Prendere in Prestito Perenne Lira di Roma


Ancora oggi nuovamente il Governo Italiano si trova a negare voci di trattative in corso con le autorità Europee sulla gestione dello stratosferico Debito Pubblico.
Forse potrebbe anche essere vero che non vi siano trattative (che al contrario invece sarebbero estremamente necessarie) ma rimane il fatto che l'Italia è in continuo calo economico da sei lunghi anni e non mostra il neppur minimo segno di potersi riprendere.
Chi vive la vita economica Italiana ormai non si sofferma neppure un singolo attimo sul ridicolo discutere se il PIL Italiano sia cresciuto dello 0,1% o sia calato dello 0,1%.
Il fatto è che la sensazione derivante dalla economia reale dice, senza mezzi termini, che la crisi continua come prima e più di prima e che senza qualche cambiamento veramente radicale le prospettive per il nostro Paese rimangono tristemente basse.

Come sappiamo oggi la disoccupazione rimane alta, quella fra i giovani altissima, il mercato immobiliare ristagna sempre in una crisi che deve ancora toccare il fondo.
Al momento per vendere un immobile si impiegano circa 9,4 mesi contro i già lunghissimi 8,8 mesi dello scorso anno, le piccole e medie imprese non riescono a prendere prestiti e finanziamenti, il mercato del prestito alle famiglie rimane perennemente difficilissimo, il Sud sta diventando vera e propria terra bruciata con una semi totale desolazione industriale.
Molti dei più dinamici giovani Italiani vedono nella emigrazione all'estero una pressochè unica via di uscita, l'Inghilterra sta attrezzando punti di accoglienza e informazione straordinaria per poter gestire una nuova ondata record di (prevalentemente) giovani e spesso laureati o diplomati Italiani che vedono nel vicino mondo Anglosassone quanto in Italia potrebbero solo sognare.
Al contrario la stessa Italia è soggetta ad una continua pressione immigratoria da parte di (sempre prevalentemente) giovani ma scarsamente educati (nel senso scolastico della parola) immigrati che arrivano sulle nostre sponde con pericolosi mezzi di fortuna dal vicino continente Africano.

Il prestito-debito Pubblico Italiano continua a salire ininterrottamente.
Il Think Tank Bruegel sostiene che il nostro Paese dovrebbe avere un PIL con un +5% per poter stabilizzare il Debito Pubblico se l'inflazione si dovesse attestare al 2%.
Ma se invece l'inflazione rimane vicina allo zero (proprio come accade oggi) si dovrebbe registrare un +7,8% di PIL per ottenere lo stesso risultato.
Un livello di crescita totalmente impossibile non solo da raggiungere ma neppure da ragionevolmente contemplare.

Tuttavia nessun uomo di Governo mai ci dice questo, come nessuno mai ci dice che se non stabilizziamo il debito pubblico non rimane altra strada che il Default, o, nel caso di ritorno alla vecchia Lira, la riconversione del debito pubblico dall'Euro alla Lira (che poi andrebbe a svalutarsi), o comunque una qualche forma di drastica ristrutturazione del Debito se si preferisce usare il termine ristrutturazione, molto meno drammatico ma spesso di significato alquanto simile a un parziale default.
Inoltre se oggi l'Italia sta compiendo un enorme sforzo per “servire” il gigantesco prestito pubblico con i tassi di interesse attuali che sono storicamente tra i più bassi degli ultimi 300 anni (vedi su questo argomento anche la precedente News di Prestito.it...Tassi di Interesse Piu' Bassi da oltre 300 Anni), ci si domada cosa potrebbe accadere quando i tassi inevitabilmente andranno a risalire riportandosi maggiormente in linea con i livelli storici medi.

Durante questo inizio di nuovo secolo il nostro PIL è sceso del 9% dai livelli massimi, ributtandoci indietro di più di dieci anni.
Mentre nei dieci anni successivi alla storica crisi mondiale del 1929, la crisi che tutti noi eravamo abituati a considerare come la peggiore della storia economica moderna, il PIL Italiano (periodo 1929-39) era salito del 16%.
E il nostro, seppur alquanto nazionalista, Duce Mussolini tanto orgoglioso di sfoggiare amor patrio e certamente persona non immune da errori clamorosi non aveva comunque esitato a lasciar scendere il valore della moneta nazionale, la Lira, pur di garantire una ripresa economica.

Oggi al contrario l'Italia continua ad avere un Euro che ha tutte le parvenze di una moneta para-Germanica, ovvero creata e messa in circolazione per la gioia dei soli occhi Tedeschi, i nostri abili e potenti vicini Nordici che, grazie alla moneta unica, si sono garantiti una incredibile competitività delle loro esportazioni nel resto dell'Eurozona che, è bene ricordare, rimane sempre il loro principale mercato.

In un certo senso è come se l'Italia prendesse in prestito dei Marchi Tedeschi e spendesse e incassasse Lire Italiane, senza soffermarsi troppo sul fatto che prima o dopo i prestiti vanno restituiti....in Marchi.
Ma, come con tutti i prestiti, sia che vengano accesi da una persona fisica sia che vengano presi da una Nazione, vi è sempre un “punto di non ritorno” ovvero un importo totale che ha raggiunto un livello talmente elevato da renderne impossibile la restituzione.
Nessuno può dire con certezza quale sia questo punto per l'Italia.
Ma tutti sanno con estrema sicurezza che se anche l'Italia non lo ha ancora toccato vi viaggia pericolosissamente vicina.

E questo mentre si continua a giocare con l'Euro e i nostri eruditi Governanti continuano a sostenere che l'Euro non ha alternantive, che non esiste un Piano B, che l'Italia deve rimanere unita alle altre nazioni da questa moneta, anche se poi siamo totalmente disuniti per quanto riguarda la politica fiscale, il livello di corruzione, le riforme strutturali, la competitività del lavoro e via si voglia.
Un modo di ragionare che, a voler essere gentili, si può solo definire semplicistico.

Non è infatti un caso che l'Italia abbia smesso di avere un surplus commerciale con la Germania da quando ha deciso prima di legare la Lira al Marco (con l'EMU nel 1996) e successivamente di addirittura fondere la Lira con il Marco (questa volta con l'Euro).
Una unione monetaria talmente impostata male che oggi molti operatori finanziari ritengono, a buona ragione, che l'Euro Italiano dovrebbe valere almeno un 30% in meno dell'Euro Tedesco.
Vedi a proposito una nostra precedente News... Euro Per Tutti, un Grande Affare o un Gran Bidone.

E invece l'Euro Italiano viene costretto ad avere una parità di valore che non corrisponde minimamente alla realtà delle cose...e si vedono chiaramente davanti ai nostri occhi le inevitabili conseguenze, tutte rigorosamente negative.

Oggi il nostro Paese deve valutare realisticamente il suo futuro.
Deve analizzare le prospettive derivanti dalla permanenza all'interno dell'Eurozona e quelle che ci aspetterebbero in caso di uscita.
Deve avere coscienza di dover ritornare ad essere competitivo, qualunque sia il modo o il mezzo che permetta di raggiungere questo obiettivo.
Deve sapere che oltre ad un certo limite (sia il 130% del PIL il 150% o il 170%) il Debito Pubblico diventa totalmente insostenibile.
Deve avere cognizione delle conseguenze drammatiche che alcuni paesi Europei, come la Grecia, hanno dovuto pagare quando hanno affidato la gestione interna alla esuberante Troika.

Forse oggi l'Italia dovrebbe riprendersi, in prestito dal passato, la vecchia Lira.
In prestito perenne per poi tenerla nel prossimo e lontano futuro.

Forse oggi l'Italia, approfittando anche del proprio surplus di budget, dovrebbe valutare seriamente la possibilità di riprendere in mano il controllo della propria moneta, anche se questo significherebbe rimettere in discussione lo stesso Euro.

Anche perchè, se si dovesse avere bisogno di un salvataggio, la vecchia Lira potrebbe forse riportarci verso la riva magari molto lentamente.... ma vivi, mentre la (sempre) esuberante, muscolosa e giovane Troika rischierebbe di riportarci alla stessa riva molto rapidamente ma tenendoci, con nonchalance, per un periodo pericolosamente lungo sotto il livello dell'acqua...e con il serio (per noi) rischio di arrivarvi....(abbastanza) morti.

Corrado Colombini
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Redazione – Prestito.it
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Redazione - Prestito.it - 2014-08-18 









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