Il continuo inasprimento del Credit Crunch, contrazione dell'accesso al Credito per Famiglie e Imprese sta alimentando il mercato dei Prestiti illegali da parte di usurai.
Oltre al percepibile danno al sistema economico del Paese, la contrazione dei Prestiti e Finanziamenti concessi dalle Banche Italiane a famiglie e imprese, sta contribuendo ad una crescita vertiginosa dei Prestiti usurari, crescita che negli ultimi mesi del 2012 avrebbe raggiunto l'incredibile livello del 155% a livello nazionale, arrivando in campania addirittura ad incrementare del 183%.
A rischio usura sarebbero esposte ben 3 milioni di famiglie e 2,5 milioni di piccoli imprenditori che ormai avrebbero addirittura rinunciato a chidere un Prestito o un Finanziamente ad una Banca o ad un Istituto di Credito autorizzato, poichè sfiduciati e/o convinti dell'esito negativo della loro richiesta.
Per chi cade nella morsa degli usurai gli interessi applicati possono toccare il 20% al mese (oltre il 200% annuo). Interessi ovviamente insostenibili per qualsiasi soggetto preveda di rimborsare il deibito contratto tramite redditi legali.
Spesso queste situazioni culminano o con una denuncia del debitore avverso l'usuraio o purtroppo con gesti estremi del debitore.
L'auspicio è sempre il medesimo, ovvero che presto le Banche Italiane tornino a erogare Prestiti e Finanziamenti a famiglie (indispensabile per far ripartire il settore immobiliare) e piccole imprese a sostegno dell'economia interna e a salvaguardia dei livelli occupazionali.
La Redazione di Prestito.it sostiene da tempo che questa inversione di tendenza non può avvenire spontaneamente ma ha bisogno di un chiaro messaggio da parte del governo e delle istituzioni. Sino a che le Banche potranno "liberamente scegliere", magari anche con i soldi ricevuti dalla BCE al bassissimo tasso dello 0,75% annuo, tra acquistare un BTP del Brasile con un interesse attivo annuo del 7 / 8% o erogare un Mutuo per l'acquisto Casa al 4 / 5 % annuo o ancora erogare un Prestito ad una PMI al 7 / 8 / 9%, è molto probabile che sceglieranno i BTP Brasiliani o di altri Paesi emergenti (vedi Paesi BRIC).
Sul piano del "rischio nel immediato futuro" infatti non vi è dubbio alcuno che il confronto tra i Prestiti a soggetti privae ed i Titoli di Stato (di questi Paesi emergenti) sia favorevole a questi ultimi. Ma così facendo è altrettanto inconfutabile che gran parte dei processi produttivi e commerciali che sino a qui hanno caratterizzato l'Italia e all'interno dei quali ancora oggi lavorano il 75% degli Italiani rischiano di scomparire.
E in tal caso l'incremento della recessione oltre che esponenziale rischia di divenire assolutamente irreversibile proprio come è già recentemente avvenuto in Grecia.
I concetti appaiono chiari, ma al momento non si vedono ancora iniziative Istituzionali volte a risolvere questa problematica del Credit Crunch che ribadiamo, nel medio periodo, rischia di divenire un problema trasversale a tutto e a tutti, anche alle Banche che oggi riducendo drasticamente l'erogazione di Prestiti e Finanziamenti credono di tutelare la propria situazione patrimoniale.
Michele Bini
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