Arriva la notizia che molte Banche Europee stanno preparandosi a ricorrere nuovamente al Prestito Europeo offerto dalla BCE.
Le stime che vengono fatte dal Financial Times che ha intervistato sistematicamente molti rappresentanti dei maggior Istituti di Credito parlano addirittura della possibilità che questa volta le richieste possano anche essere tre volte superiori a quelle dello scorso Dicembre.
Questo porterebbe a stimare a sopra i 1.000 Miliardi di Euro il ricorso al Prestito, ovvero la somma che potrebbe essere richiesta quando a fine Febbraio Mario Draghi farà partire il nuovo finanziamento destinato a rafforzare il sistema bancario ed indirettamente destinato a inondare il mercato con una liquidità poco costosa che possa trovare un suo naturale sbocco nell'acquisto dei Buoni del Tesoro emessi a livello nazionale nel 2012.
Ricordiamo che questo, come il precedente, sarà un finanziamento a tre anni e quindi in grado di far navigare le banche per l'immediato futuro periodo di turbolenza sperando che fra qualche anno la situazione finanziaria Europea abbia trovato una normalità che al momento non esiste e che anche il mercato interbancario abbia ripreso a funzionare più regolarmente.
Questo finanziamento che gli addetti ai lavori chiamano LTRO, ovvero Long Term Refinancing Operation potrebbe avere una parte determinante nel contribuire a risolvere i problemi attuali e, comunque nella peggiore delle ipotesi, sarà in grado di spostare un po avanti il problema in atto al momento dando tempo anche ai politici di attivare delle adeguate soluzioni strutturali.
Anche per questo Mario Draghi sembra, di giorno in giorno, assumere posizioni di maggior prestigio in ambito Europeo e Mondiale. Il prestigio di chi viene visto come figura centrale nel trovare delle soluzioni finanziarie tecnicamente idonee e politicamente accettabili dai così diversi paesi Europei.
Lo stesso FT si auspica poi che almeno una parte di questa liquidità sbocchi anche nell'economia reale dando un impulso di crescita che possa iniettare un tanto auspicato dinamismo economico in una Europa martoriata da manovre economiche restrittive, manovre necessarie ma dolorose.