Malgrado alcune recenti tensioni sui Titoli Spagnoli, in realtà in queste ultime settimane
sui Prestiti Pubblici pare scesa una strana calma.
Le opinioni come sempre si dividono.
Gli ottimisti dicono che sia la calma dopo la tempesta.
I pessimisti dicono che è invece la forte calma prima della veramente forte tempesta.
Una cosa è sicura, nessuno sa cosa veramente andrà ad accadere e tutti noi facciamo solo del nostro meglio per cercare di indovinare dove questo stranissimo mercato ci vorrà portare.
Certamente
quando si è capito che la Grecia non sarebbe (ancora) uscita dalla zona Euro, il mondo finanziario Internazionale ha tirato un sospiro di sollievo, sollievo che potrebbe anche svanire molto rapidamente se i vari Stati non dovessero proseguire alacremente con i propri severi programmi di ridimensionamento per i settori non produttivi e di austerità di budget.
Se questi programmi dovessero fallire, o anche solo rallentare, le tensioni sociali salterebbero sicuramente fuori e potrebbero dare un colpo di grazia ai vari tentativi di (seppur timida) ripresa economica.
Quasi tutti anche concordano che
oltre che ai programmi di austerità oggi bisogna anche dedicare tutti gli sforzi possibili e il più forte sostegno finanziario alla attiva promozione dello sviluppo economico nei settori produttivi.
Uno sviluppo che andrebbe a generare la ripresa della crescita economica e la potenziale possibilità di riprendere in mano le redini della gestione del sistema.
Condizione questa essenziale, insieme al rientro dei grandi investitori, per consolidare una nuova ondata di crescita economica e il definitivo allontanamento dalla zona pericolo in cui molte nazioni Europee sembrano oggi continuare a soggiornare.
L'Europa certo non promette particolarmente bene visto che questa zona, che è la seconda al mondo per livello economico, sembra già essere entrata in una sorta di piccola recessione.
Una situazione che danneggia direttamente anche la Cina che dell'Europa è il partner principale.
L'America di contro ha già iniziato una ripresa economica che però appare molto timida e debole.
Quasi pronta a mettere in atto una inversione di marcia che speriamo non avvenga troppo presto.
E naturalmente come in tutte le migliori famiglie spesso Europa e America non solo si scambiano reciproci (e qualche volta poco graditi) consigli ma si scaricano anche le responsabilità a vicenda.
Gli Stati Uniti, tramite
Timothy Geithner Segretario del Tesoro Americano, dicono che l'Europa deve aumentare rapidamente il fondo intercomunitario a difesa dell'economia, utilizzare con maggior decisione il vitale tempo messo a disposizione dalle operazioni di finanziamenti speciali (LTRO) della Banca Centrale Europea e sostenere più fortemente le nazioni che stanno cercando di attuare positive riforme strutturali.
L'Europa, per voce di
Wolfgang Schaeuble Ministro del Tesoro Tedesco, sostiene che l'America non faccia abbastanza per motivi politici legati alle prossime elezioni presidenziali di Novembre.
Che invece dovrebbe tenere sotto controllo il proprio budget che sta peggiorando vistosamente e che potrebbe raggiungere un punto critico verso la fine di questo anno quando la fine delle agevolazioni fiscali e nuovi tagli di spesa potrebbero ributtare l'Economia Americana in una nuova recessione.
Se dunque la situazione in ambo le sponde dell'Atlantico giustamente preoccupa ci si può solo consolare pensando che il lontano Giappone ha un debito pubblico pari a ben il 230% del Prodotto Nazionale Lordo e non ha al momento un realistico budget di rientro.
E che, malgrado questo. il Fondo Monetario Internazionale ha deciso in questi giorni di aumentare di ben 430 Miliardi di Dollari i fondi in dotazione per la difesa dell'Economia Europea.
Una situazione generale dunque certamente difficile ma che comunque sembra poter garantire ai privati che desiderino accendere nuovi prestiti il continuo godimento di tassi di interesse storicamente molto bassi.
La
Redazione di Prestito.it ritiene infatti che le Banche Centrali faranno di tutto per mantenere i tassi a questi livelli o ad alzarli con estrema moderazione per continuare a sostenere questa economia che mostra ben pochi segni di positiva ripresa.
Corrado Colombini
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