Il 16 Settembre 1992, ricordato anche come
Mercoledì Nero un violento attacco speculativo contro la Sterlina mise in ginocchio l'ERM (Exchange Rate Mechanism) il meccanismo che i Politici dell'epoca avevano realizzato per ridurre drasticamente le variazioni nei cambi tra le valute degli Stati Europei.
L'intenzione, allora come oggi, era quella di avere un sistema che potesse far ottenere una Stabilità Monetaria permettendo alle varie valute di oscillare solo entro dei predeterminati limiti contro il Marco Tedesco e le altre valute nel sistema.
Anche allora le Nazioni, per ottenere questo scopo, erano pronte a rinunciare al controllo diretto dei loro singoli Tassi di Interesse e di conseguenza rinunciare anche a perseguire la vecchia politica di generare inflazione interna al fine di aumentare la competitività.
Pratica in cui l'Italia stessa era maestra.
Ma anche allora le varie Nazioni si trovarono ad affrontare tutti i problemi che sorgono quando si vuole avere una unica moneta senza avere un unico ordinamento fiscale e economico.
E come oggi la Germania aveva bisogno di Tassi alti per combattere l'inflazione derivante da una forte crescita economica seguita alla riunificazione delle due Germanie mentre molte altre nazioni Europee si trovavano ancora nella fase di dover sviluppare ulteriormente le loro economie e quindi bisognose di Tassi Bassi.
I nodi vennero al pettine il
16 Settembre 1992 il Mercoledì Nero quando per difendersi da un violentissimo attacco contro la Sterlina Inglese il Cancelliere dell'epoca, Norman Lamont, portò I Tassi allo stratosferico livello del 15% dal precedente 10%.
Un aumento di 5 punti che oggi parrebbe incredibile.
La manovra fu inutile.
L'attacco speculativo spinse la Sterlina oltre i limiti massimi di oscillazione permessi all'interno del'ERM.
La Banca di Inghilterra gettò al vento Miliardi in acquisti di Sterline e George Soros, che aveva scommesso somme enormi contro la stessa Sterlina, divenne da un momento all'altro di fama mondiale come ...la persona che aveva piegato la Banca di Inghilterra.
Guadagandosi nel percorso un Miliardo di Dollari di allora.
Nello stesso giorno
l'Italia decise di uscire dal Meccanismo Europeo (senza spendere somme enormi in inutili tentativi di resistenza) ritornando solo quando vennero concordate più ampie possibilità di fluttuazione.
Spagna e Portogallo svalutarono rispettivamente Peseta e Escudo.
A dimostrazione che quando il momento critico arrivava poche nazioni avevano veramente la volontà di combattere la necessaria battaglia (con tagli e austerità fiscale) per difendere il Meccanismo di Stabilità Monetaria che così entusiasticamente avevano poco prima creato.
Anche oggi, come allora, il problema rimane lo stesso.
La Germania ha bisogno di Bassi Tassi per contenere le possibili spinte inflazionistiche dell'economia.
Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda hanno bisogno di stimoli economici che possano rivitalizzare le stanche economie nazionali, anche se questo dovesse causare inflazione.
Quanto ci può insegnare l'esperienza storica degli eventi di venti anni fa è che le singole Nazioni Europee rimangono delle forti forze individuali, disposte ad unirsi in unioni ma anche pronte a separarsi se il fuoco diventa troppo violento.
Oggi l'Euro come Moneta Unica rende una possibile separazione estremamente più complessa e difficile da gestire creando potenziali enormi problemi al sistema bancario interno.
Ma se la Germania, nella sua posizione di Economia Leader, non si getta totalmente e inequivocabilmente a sostegno dei partner Europei una (anche parziale) rottura del fronte dell'Eurozona più che possibile potrebbe presto divenire praticamente inevitabile.
Corrado Colombini
Redazione - Prestito.it
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