Il Fondo Monetario Internazionale ha confermato nel suo periodico rapporto, il Global Financial Stability Report di Ottobre, quanto tutti sappiamo e tocchiamo giornalmente con mano.
Che oggi le imprese Italiane hanno grosse difficoltà ad accedere ai prestiti viste le continue contrazioni nel settore dei crediti.
Lo stesso fondo inoltre prevede che le stesse imprese e aziende dovranno subire le attuali difficili condizioni ancora per un periodo di tempo molto esteso e che quindi si troveranno ad affrontare una sostanziale riduzione dell'indebitamento con le conseguenti (negative) implicazioni per l'economia.
Il problema sostanziale rimane ovviamente la reticenza delle Banche che (anche per loro buoni motivi) devono contenere l'erogazione di prestiti e il fatto che i mercati finanziari che in Europa hanno sempre avuto una funzione più limitata (rispetto all'America) non possono sostituirsi interamente agli Istituti Finanziari.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale il trend attualmente in corso potrebbe portare il rapporto fra Credito e PIL sui vecchi livelli del 2003 entro cinque anni.
Nelle Economie Periferiche, tuttavia, questo potrebbe accadere anche molto più velocemente se l'azione politica dei Governi Europei non diviene più positiva e incisiva.
Fondamentale a questo riguardo rimangono i passi da compiere a livello di integrazione Europea con una conseguente riduzione degli spread.
In questo la BCE, Banca Centrale Europea, gioca un ruolo prioritario.
Il maggior pericolo che si profila all'orizzonte rimane la possibilità che, al contrario, i paesi in difficoltà allentino le misure di austerità e che questo causi un disimpegno finanziario da parte dei paesi forti (Germania in primis) creando un circolo vizioso negativo capace di compromettere l'equilibrio economico nell'intera Eurozona.
Un simile scenario metterebbe in serio pericolo l'esistenza della stessa moneta unica Europea, il tanto ieri nato male e tanto oggi tormentato Euro.
Corrado Colombini
Redazione - Prestito.it
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