Da un recente studio trapela che se i Tassi di Interesse si fossero mantenuti sui (ragionevoli) precedenti livelli, invece che subire l'impennata violenta arrivata a partire dalla seconda metà del 2011, famiglie e imprese Italiane avrebbero consumato (o speso) 4 Miliardi di Euro in più.
Se ci si sente impressionati da questa cifra si tiri pure un lungo sospiro e ci si rilassi.
Probabilmente questo importo è errato.....ma per difetto.
E' impensabile infatti che tutte le continue notizie negative, unitamente agli aumenti di Tasse di vario tipo e in congiunzione con una forte stretta creditizia imposta su una popolazione (quella Italiana) che se ha un lavoro non lo può cambiare e, se non lo ha, non lo può trovare, è impensabile dicevamo che tutto questo abbia causato una riduzione di soli 4 Miliardi di Euro.
Questi dati, tuttavia, ci vengono dati dal CRIF, la società che mantiene il DataBase dell'intero sistema creditizio Italiano.
I dati vengono calcolati nella seguente maniera.
Secondo il CRIF, se le condizioni di mercato fossero state migliori, le famiglie avrebbero potuto far crescere i propri consumi per 2,8 Miliardi di Euro.
E in questo caso le imprese avrebbero potuto mettere in atto nuovi investimenti aggiuntivi per 1,2 Miliardi di Euro.
Con un totale generale dunque pari ai 4 Miliardi di Euro prima menzionati.
Rimane comunque il fatto, secondo la
Redazione di Prestito.it che, siano questi 4 Miliardi di Euro o 8, il fattore Spread ha penalizzato in maniera sproporzionata l'Italia che pure (bisogna dire) ha fatto la sua (discreta) parte per andare incontro alla stabilizzazione dei mercati finanziari.
Considerato anche che nel 2011 ha persino nominato un Premier (Mario Monti) e un Governo (Governo Tecnico) costruito ad hoc per questo scopo.
Un problema quello dello Spread che necessiterebbe di una soluzione radicale ed intelligente (una parafrasi per dire che difficilmente i Politici Europei la potranno fornire) in quanto come dice lo stimatissimo Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi...."I tassi di interesse non devono e non possono essere identici nell'Eurozona, ma non sono accettabili divergenze tali da far precipitare alcuni paesi in un circolo vizioso senza uscita.
Rimane evidente che una seria ripresa economica sarà difficilmente raggiungibile se lo Spread non viene riportato entro stretti binari che consentano una duratura rivitalizzazione dell'economia reale.
Corrado Colombini
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Redazione Prestito.it
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