Con il 2013 che già si presenta drammatico, la Fillea Cgil informa che negli ultimi 4 anni il settore dell'edilizia ha perso ben 120.000 posti di lavoro all'anno.
Per un totale di 500.000 posti in soli 4 anni.
Una crisi pesantissima che non accenna minimamente a terminare e sulla quale l'attuale Governo non è riuscito a portare avanti nessuna iniziativa pratica che potesse dare un po' di respiro ad un settore, quello dell'edilizia, che è e rimane vitale per l'economia nazionale Italiana.
Il settore dell'edilizia comprende, oltre che alle aziende operanti direttamente nelle costruzioni, le aziende nel campo dei materiali da costruzione, l'industria correlata del legno e quella dell'arredo, quella della produzione del cemento, della produzione dei prefabbricati per edilizia, il settore delle pietre naturali, materiali lapidei ecc.
L'edilizia, come è noto, opera tradizionalmente con il sostegno del credito bancario ed oggi, in un momento in cui le Banche Italiane stanno restringendo l'erogazione di prestiti, prestiti personali e finanziamenti ad aziende, l'edilizia non può che risentirne negativamente.
Si aggiunga poi a questo il fattore prodotto dalla restrizione sulle erogazioni di mutui per l'acquisto di immobili e di prestiti personali per la ristrutturazione della casa, fattori che danno il colpo finale al travagliato settore dell'edilizia rischiando di mettere in serie difficoltà la stragrande maggioranza degli operatori che operano nel settore privato.
Come spesso accade in crisi di questo genere solo gli operatori sviluppati nella fascia del settore pubblico oggi sembrano in grado di resistere meglio al calo del mercato anche se continuano a dover subire forti ritardi nei pagamenti delle proprie fatture.
Ultimissimi dati prodotti dalle Casse Edili evidenziano nel 2008 un calo del 31% degli addetti, del 35% delle ore lavorate e del 25% dei salari pagati.
In alcune città poi i cali sono stati praticamente del tutto fuori controllo.
Basti pensare a Sassari e Taranto con un calo del -47& delle ore lavorate e Salerno con un calo del 41% delle ore lavorate,
Di fronte a questi crolli del mercato solitamente ci si tende a consolare perchè si vede qualche spiraglio positivo, si vede la luce in fondo al tunnel.
Di solito...ma non questa volta.
E questo rimane uno dei motivi per cui le previsioni per il 2013 sono così drammaticamente negative.
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