Confindustria Critica Mancanza Programmi Elettorali per Economia Vera


A sentire Giorgio Squinzi, il Presidente di Confindustria i vari programmi elettorali, su cui pare che i differenti gruppi e partiti si stiano impegnando, non presentano significative proposte per l'economia vera.

Si tratterebbe insomma di programmi certo di molte pagine ma con veramente poche proposte che possano aiutare gli Italiani e le famiglie Italiane ad uscire da questo tunnel negativo dell'economia che ormai da troppo tempo ci circonda.

Anche l'economista Lorenzo Bini Smaghi del resto, in un suo recentissimo intervento editoriale sul Financial Times, ha messo in rilievo come i vari leader politici Italiani (a questo punto bisogna aggiungere...compreso Mario Monti) stiano accusandosi a vicenda per la negativa situazione dell'economia ma nello stesso tempo si guardano bene dal proporre precise misure in grado di risolvere i problemi strutturali tutt'ora esistenti in Italia.

Sempre a parere di Bini, si è invece visto il sistematico fallimento da parte di politici, accademici, giornalisti e dello stesso elettorato sulla individuazione delle cause dei cronici problemi Italiani, concentrando l'attenzione solo su quelli che in realtà sono solo i sintomi.
L'unico momento che ha brevemente visto una analisi delle cause fu solo quando l'Italia era nel pieno della crisi e quindi si venne spinti alla ricerca di una analisi più attenta.

Passata l'immediata emergenza, ci si dimenticò immediatamente di proseguire con questa indagine e si ritornò con prontezza al solito tram tram di sopravvivenza a breve senza curarsi di finalizzare dei programmi che potessero dare positivi risultati nel lungo termine.

Significativo rimane infatti l'operato dello stesso (pur bravo) Monti che in realtà ha mirato solo ad aumentare la tassazione, lasciando il taglio delle spese e il grosso delle riforme strutturali ...ad una seconda fase.

Questo è il motivo principale dei negativi risultati economici ottenuti , basti citare che l'Italia ha visto un calo del PIL Italiano dal 2008 di ben il 7%, un calo battuto solo dalla Grecia.
Mentre altre nazioni che notoriamente hanno sofferto una forte crisi hanno comunque registrato migliori risultati relativi. Vedi il calo dell'Irlanda (5%), quello del Portogallo (5,5%) e quello della Spagna (4%).

In Italia rimane poi sempre difficile l'accesso al credito.
Le banche sono molto restie a concedere prestiti personali, finanziamenti personali e finanziamenti ad aziende.
Senza questa concessione del prestito diviene difficile portare avanti quegli investimenti che soli possono stimolare fortemente il mercato e fare iniziare un positivo e virtuoso ciclo economico.

La stessa Unione Monetaria non sembra certo aver giovato molto a una Italia che prima di questa unione aveva surplus nel bilancio annuale e che invece al 2010 è arrivata ad avere un deficit annuale pari al 4% del PIL.

Unico modo per risolvere la situazione dell'Italia parrebbe essere una ripresa della competitività in modo da stimolare le esportazioni.
Ma questa non sembra essere una realistica possibilità, considerate le negative reazioni da parte di gruppi, sindacati, interessi corporativi ecc che non permettono una introduzione delle adeguate riforme strutturali senza le quali il paese Italia non avrà mai la possibilità di fare una decisa inversione di rotta.

In Italia, al contrario, si cerca sempre di trattare e raggiungere soluzioni mediate e di compromesso, soluzioni che poi si riducono a sole mezze misure non in grado di avere un impatto sul mercato.
E naturalmente oggi non esiste più la possibilità di svalutare la moneta nazionale, vista l'introduzione dell'Euro in comune con altre nazioni |Europee.

Questo toglie definitivamente anche l'arma della competitività raggiunta via svalutazione.
Arma usata fortemente nel passato quando la Lira passò da un cambio a 250 contro il Marco Tedesco negli anni 70 a un cambio a 990 immediatamente prima dell'arrivo dell'Euro.
Notizia Flash

Corrado Colombini

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Redazione Prestito.it - 2013-01-21 









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