Per il FT Cade la Stella di Mario Monti


Per il FT Cade la Stella di Mario Monti
Il Financial Times non perde l'abitudine di criticare i leader politici Italiani, e questa volta tocca a Monti il Capo del Governo Italiano.

In un recentissimo editoriale l'autorevole Financial Times osserva che, in un certo senso, Mr. Monti ha deluso le aspettative dei mercati con il suo comportamento forse più politico che tecnico.

Cooptato al potere mediante quello che una volta (alla Redazione di Prestito.it) definimmo un Colpo di Stato “Buono” da parte delle alte cariche di Stato Italiane capitanate dal Presidente della Repubblica, Mario Monti si presentava come il tecnico super partes che doveva portare avanti quelle riforme che i principali partiti politici Italiani non erano in grado di realizzare.

Invece Monti si è sostanzialmente limitato a aumentare le già pesanti tasse che gli Italiani devono subire, fallendo abbastanza platealmente con l'introduzione di riforme economiche che avrebbero potuto dare respiro alla travagliata economia Italiana.

Sempre il Financial Times vuole anche togliere il principale merito che si è sempre attribuito allo stesso Monti, quello di aver fatto si che lo Spread sui Titoli di Stato scendesse.
Aggiungendo che, se questo merito deve proprio essere attribuito ad un “Mario” Italiano, sarebbe meglio guardare a Mario Draghi, il Governatore della Banca Centrale Europea che in poco più di un anno è riuscito a conquistare una reputazione mondiale di altissima competenza professionale.

La Redazione di Prestito.it condivide molte di queste osservazioni.
Sappiamo bene che la strada da seguire per l'Italia non è certo quella dell'aumento delle imposte.
L'aumento delle imposte senza riguardo alle conseguenze generate è un atto semi-barbarico e certamente non definibile intelligente.

Facendo un piccolo paragone commerciale, sarebbe come se un negozio in crisi di utili decidesse di aumentare i prezzi.
Probabilmente l'unico risultato che otterrebbe sarebbe quello di far crollare ulteriormente le vendite e generare ancora meno utili.
Dovrebbe invece inserire nella sua gamma prodotti più attraenti per il mercato, lanciare promozioni, fare pubblicità, offrire del credito ai clienti con dei prestiti organizzati assieme a qualche finanziaria (da cui potrebbe anche generare delle commissioni) ecc

L'Italia oggi si trova in una simile situazione.
E quello che dovrebbe fare dovrebbe essere una politica di riforme, di snellimento della burocrazia, di incentivi agli investimenti, di eliminazione di sorpassati vincoli sindacali che fanno bene solo ai sindacalisti e non certo agli operai o impiegati, di zone a tassazione agevolata per lo sviluppo industriale, di lotta alla corruzione, di eliminazione dei sistemi corporativisti.

Dovrebbe, come si sta facendo in alcune nazioni Europee, agevolare il credito, spingere le banche a concedere prestiti personali, concedere finanziamenti alle aziende dando loro degli incentivi specifici.
Aiutare, sempre con delle adeguate agevolazioni, la concessione dei mutui in modo da stimolare il moribondo mercato immobiliare.

Si dovrebbe liberalizzare il mercato (un nostro chiodo fisso) dai tassisti ai notai.
I notai per esempio in molte nazioni Europee non esistono e sono un (alto) costo non necessario, i Taxi in moltissime nazioni Europee si trovano a decine anche alle tre del mattino e costano il 40% in meno che in Italia dando un lavoro ad un numero elevato di persone.
Chi scrive una sera è arrivato alle 22.05 alla stazione centrale di Modena e ha dovuto aspettare 35 minuti perché arrivasse il primo taxi!

Si dovrebbe snellire la burocrazia, rendere facile ed economico iniziare una attività commerciale o industriale, pagare meno tasse, poter assumere e poter licenziare, poter affittare tranquillamente il proprio immobile senza paure immotivate e, sopratutto, avere un numero limitato di regole e rispettarle.
Non come adesso che in Italia sembra quasi che si viva al motto...Tante regole ...Nessuna regola.
Un sistema che premia solo i cosiddetti furbi, quelli, tanto per essere chiari, che solitamente non pagano neppure le tasse.

Ritornando a Monti ci si domanda come avrebbe potuto il povero Professore portare avanti questo tipo di riforme, Monti che doveva contare sull'appoggio dei partiti tradizionali per avere una maggioranza operativa in Parlamento.
Perché non vi è certo da illudersi, senza queste riforme le Multinazionali non verranno mai ad investire significativamente in Italia.
E le aziende Italiane che diventano multinazionali...andranno (giustamente) ad investire all'estero.
Salvo inspiegabili attacchi masochistici.
Lasciando che l'Italia si goda la ...Cassa Integrazione.

Naturalmente se queste riforme non le ha fatte Mario Monti, che pur ne sente forse la necessità e ne comprende l'utilità, mai e poi mai le potrà fare un partito di sinistra o di centro sinistra che ha ereditato dei dirigenti educati a Mosca e che vuole mantenere stretti legami con i cari compagni e con un anacronistico sindacato e che non mette le riforme serie strutturali neppure nel suo programma limitandosi a concentrasi sull'incredibilmente stupida e semplicistica idea di...tassare i ricchi.

Quando i ricchi che hanno generato ricchezza (pagando regolari tasse) andrebbero aiutati a generarne altra (e a pagare altre tasse), mentre si dovrebbe andare a tassare non la casa che si vede ma l'evasione fiscale (fatta in Italia a Livello Olimpico) che, ne si vede, ne si vuole vedere.
E che, qualche volta, si persino condona.

Riccardo Senzaterra
Moderatamente Controcorrente



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Redazione Prestito.it - 2013-01-22 









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