Pur non essendo chiarissimi alla Redazione di Prestito.it i presupposti della dichiarazione del Presidente di Confindustria Squinzi, secondo il quale l'economia Italiana "sta toccando il fondo della dura recessione - afferma Squinzi - la seconda in cinque anni", riportiamo doverosamente i contenuti di questa news diffusa dalle varie agenzie.
Scommettendo sul fatto che dopo una caduta, seppur rovinosa, vi sia una migliore ripartenza, Squinzi ha anche dichiarato "Si delineano i presupposti di un rimbalzo - sostiene il Presidente di Confindustria - che puo' dare avvio alla ripresa".
Leggendo attentamente il tenore delle affermazioni appaiono in verità non troppo perentorie ed anche con qualche condizionale.
Ma ovviamente "tutti noi dobbiamo sperare" che, seppur degne di Nostradamus, tali "previsioni" si rivelino assolutamente vere.
Vere nonostante i maggiori oneri che deriveranno in primavera dalle elezioni. Oneri che gli Italiani dovranno (volenti o nolenti) sopportare. Vere nonostante la totale indifferenza, degli ultimi mesi, della quasi totalità dei politici Italiani, avverso ai "problemi REALI dell'economia REALE", inquanto impegnatissimi a gridare come l'uno sia migliore dell'altro. Ovviamente l'elenco dei "nonostante" potrebbe dilungarsi ancora di molto con esempi pratici di tante situazioni che apparentemente vanno in direzioni diametralmente opposte a quelle utili per uscire dalla Crisi Economica ... ma non è questa la news "giusta", quindi "speriamo e basta".
Speriamo (tenendo le dita incrociate anche alla Redazione di Prestito.it) che arrivi quanto prima la "ripresa dell'economia" e la conseguente consacrazione di "veggente dell'anno" per il numero uno di Confidustria... Anche se al momento, in assenza in una qualsiasi parvenza di riforme concrete del mondo del lavoro e tanto meno di agevolazioni o segnali di riapertura del settore del Credito a Famiglie e Imprese, purtroppo la fine della Crisi Economica in Italia (e ovviamente in Europa) parrebbe proprio che si possa verificare solo per "magia degli Eurobonds".
L'introduzione degli "Eurobonds" molto probabilmente sposterebbe immediatamente (o quasi) il problema finanziario dell'eccessivo Debito dei vari stati Europei (in primis Grecia, Portogallo, Italia, Spagna ...) nel nuovo "Cassetto Europeo", ma contestualmente sposterebbe di fatto anche l'onere di trovare "risposte REALI per l'economia REALE" in capo ai nostri figli, ovvero a quei giovani che oggi nemmeno riescono ad entrare decentemente nel sofferente mercato del lavoro oppresso (almeno in Italia) dalla Crisi del Credito e da una pressione Fiscale irragionevole.
Michele Bini
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