Ebbene si, anche le misure di austerità imposte dall'Europa alla Grecia stanno causando lo stesso effetto recessivo e il calo drammatico del gettito IVA come successo in Italia.
La differenza sostanziale, tra i due stati (o meglio tra i Politici dei rispettivi Governi), parrebbe essere unicamente la reazione ai medesimi drammatici dati.
Infatti la Grecia (poco avvezza a diffondere dati esatti, se negativi) ha lanciato subito l'allarme per il Bilancio 2013, parlando addirittura candidamente di "Buco Nero", causato prevalentemente dalla riduzione del 15% degli incassi del gettito IVA.
La contrazione degli acquisti e delle spese, come ad esempio carburanti e gasolio da riscaldamento, da parte del popolo Greco (proprio come da mesi sta avvendo per gli Italiani), non solo era prevedibile (e prevista, vedi precedenti news Grecia della Redazione di Prestito.it), ma "economicamente" non è altro che la naturale conseguenza delle misure di austerità (diminuzione degli stipendi, delle pensioni e aumento delle tasse) baldanzosamente imposte dalla tristemente nota "Troika" (FMI, BCE e Unione Europea).
Misure di Austerità che ovviamente sono state presentate dalla Troika alla Grecia (o meglio ai Greci) come "unica soluzione" per contrastare la crisi economica e concedere una ulteriore dilazione nei rimborsi Internazionali dei Bonds Greci, quando qualsiasi persona, con qualche nozione di Economia, sa benissimo che l'unica soluzione per la Grecia era ed è "uscire dall'Eurozona e contestualmente dichiare un Default Tecnico azzerando i debiti Internazionali".
La cosa che ci inquieta di più però è la totale indifferenza del Governo Italiano, che di fronte ai medesi dati indubbiamente recessivi dell'economia del nostro Paese, si è limitato ad aumentare ancora la pressione fiscale, introducendo la nuova "amatissima IMU" (tassa sugli immobili), aumentando le aliquote IVA e le accise su carburanti e lotterie.
Probabilmente confidando sul buonismo degli Italiani e su i maggiori risparmi degli stessi rispetto ai Greci.
Considerato che ormai anche la stessa Corte dei Conti dello Stato Italiano ha definito la pressione fiscale "non più adeguata ne sostenibile", nell'ambito nel rendiconto annuale 2012 diffuso a fine gennaio 2013. ... Parrebbe legittimo domandarsi:
Quali sono state le dirette conseguenze dell'ulteriore aumento della tassazione in Italia? - Nuova Tassa sul possesso di Immobili (IMU):Crollo delle Compravendite Immobiliari (-25% annuo) e riduziuone dei Mutui Immobiliari (-41% anno 2012, rispetto al 2011 che già non aveva brillato).
Principali Conseguenze negative per i cittadini e per le casse dello Stato Italiano = Meno incassi IVA, Meno imposte di registro (3% prima casa, 10% seconde case e immobili commerciali), crollo del settore Costruzioni Edili e Indotto (stimato in -550 mila addetti e migliaia di aziende fallite), più cassa integrazione.
- Aumento del costo dei Carburanti (non ostante il calo del prezzo del Petrolio a livello internazionale) composto dal oltre il 65% da Tasse:Crollo delle Vendite nel settore Auto (-17% anno), drastica riduzione dell'utilizzo dell'auto, meno week-end fuori porta e del traffico Autostradale in generale.
Principali Conseguenze negative per i cittadini e per le casse dello Stato Italiano = Meno gettito IVA, meno pedaggi Autostradali, meno liquidità in generale per i cittadini, meno turismo e presenze alberghiere (tanti i posti di lavoro persi nel settore), aumento delle richieste cassaintegrazione (vedere la sola FIAT per il solo stabilimento di Melfi ben 2 anni di Cassa integrazione a zero ore per 5500 dipendenti).
- Aumento dell'aliquota IVA:Essendo indiscutibile il perdurare della crisi economica e la riduzione di liquidità nelle tasche degli Italiani, pare anche sin troppo ovvio come "Più IVA" sia equivalente a "Meno Acquisti".
Principali Conseguenze negative per i cittadini e per le casse dello Stato Italiano = Calo degli incassi da gettito IVA per le casse dello Stato, meno liquidità per i cittadini Italiani, inasprimento della spirale recessiva.
Permetteteci - come Redazione Prestito.it - una piccola chiosa, riassumeremmo la paradossale situazione con un "banale" esempio attingendo dal mondo dall'economia reale:
Aumentare le Tasse quando la media dei contrbuenti è già in palese difficoltà e l'economia in recessione, solo perchè "lo Stato Italiano ha bisogno di più Soldi" è come se, con le dovute proporzioni,
"Un negozio in crisi di ricavi si limitasse ad aumentare drasticamente i prezzi ai propri clienti, che peraltro da alcuni mesi avevano mediamente già ridotto i propri acquisti e in alcuni casi addirittura aumentato le richieste, di sconti e dilazioni al titolare del negozio, proprio a causa di una minore liquidità personale.".
Immaginiamo che, l'esempio sopra riportato, risulti ovvio per chiunque.
Infatti se il "Negozio aumentasse i prezzi" la diretta conseguenza sarebbe "una ulteriore riduzione delle Vendite e quindi dei Ricavi". Quindi perchè al Governo Italiano non appare ovvio il fatto che "Aumentare le Tasse a cittadini che già faticano ad arrivare a fine mese e ad Imprese sempre più in crisi di liquidità", non porti ad accrescere la spirale recessiva dell'economia Italiana e nel medio periodo anche drammatiche conseguenze nel Bilancio dello Stato Italiano.
Lo scenario non è certamente roseo.
Quindi è necessario che anche l'Italia prenda atto (come sta facendo la Grecia) che di sole "Tasse si muore".
Nell'immediato futuro, c'è quindi da sperare che da queste elezioni di fine Febbraio 2013 esca un Governo che sappia "rischiare" anche dire dei no all'Europa se le misure di austerità volute da Bruxelles (ma soprattutto da Berlino) non consentissero un immediato abbandono della "Politica delle Tasse" a favore di una "Politica del Lavoro" che creda non esclusivamente nella "Finanza Internazionale", ma creda soprattutto nelle risorse Italiane (Cultuira, Turismo, Moda, Artigianato e tanto altro che il Mondo ci invidia ... grazie anche a le migliaia di Piccole e Medie Imprese e alle persone che vi lavorano).
Se per fare ciò si rendesse indispensabile lasciare da soli nel loro percorso gli altri Paesi Europei (convinti che la Finanza Internazionale e lo Spread sia il nuovo Vangelo), abbandonando anche il comodo Euro, il Governo Italiano (e soprattutto il Popolo Italiano) non dovrà avere dubbi o esitazioni di sorta.
Un altro passo indispensabile - secondo la Redazione di Prestito.it - del nuovo Governo Italiano sarebbe anche
invitare cortesemente le Banche Italiane (destinatarie dei 239 Miliardi di euro, ricevuti dalla BCE tra fine 2011 e inizio 2012) a:
- rinunciare ad acquistare Titoli di Stato Italiani, che sono virtualmente cartaccia al pari di quelli Greci definiti internazionalmente spazzatura (parrebbe un suicidio ma non lo sarebbe affatto in caso di uscita dalla UE e dall'Euro);
- vendere i Titoli di Stato Esteri dei Paesi Emergenti (BRIC) magari comprati proprio con parte di quei Miliardi di Euro ricevuti dalla BCE ad un tasso di interesse incredibilmente basso (0,75%);
- tornare a fare il "proprio mestiere, ovvero "finanziare le Famiglie e le Imprese" ("storica attività" che ha concesso anche alle Banche Italiane tante "soddisfazioni" rendendole nei secoli ricche e potenti) , anzichè ostinarsi a non eliminare dalle proprie politiche commerciali un insensato (a medio termine) Credit Crunch, peraltro applicato trasversalmente a Famiglie e Imprese, riducendo Prestiti Personali, Mutui e gli affidamenti in essere alle PMI.
Gianluca Pellegrini
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