Carlo Messina, banchiere alla guida del colosso Bancario Italiano Intesa San Paolo, ha confermato che la sua banca è seriamente intenzionata a dismettere le partecipazioni dirette che detiene in grandi aziende del Sistema Italia.
Ad una precisa condizione, e questa è cosa non da poco, il non perdere dei soldi nell'investimento.
Diciamo cosa non da poco in quanto gli investimenti di Intesa San Paolo non paiono essere particolarmente brillanti.
Basti pensare alle partecipazioni in Alitalia dove oggi la Banca Italiana si ritrova ad essere il principale azionista con il 20,59%, dopo aver garantito una ricapitalizzazione molto controversa, o dei treni Italo la cui società ha chiuso il 2012 con una perdita di 83 Milioni di Euro e quindi in grande aumento rispetto all'anno precedente.
La stessa codiddetta sfortuna vissuta nel settore dei trasporti, Banca Intesa San Paolo la vive anche nel settore editoriale con la partecipata RCS Mediagroup che la ha impegnata a fondo non solo a livello di crediti all'azienda ma anche nell'impegno diretto di capitali necessario per una (altra) tormentata ricapitalizzazione e dove le spese sembrano lungi dall'essere finite in quanto non pare che la RCS abbia acquisito una stabilità finanziaria di impresa.
Ne le gomme Pirelli sono sempre state portatrici di buone notiizie finanziarie ma di un vero disastro si potrebbe parlare per Risanamento che, per fortuna, in questi ultimi giorni sembra aver concluso un positivo accordo per alcuni importanti immobili detenuti nel triangolo d'oro di Parigi.
E neppure i telefoni, con Telecom Italia, sembrano aver portato troppo fortuna finanziaria anche se un piccolo spiraglio di speranza si potrebbe vedere con il possibile passaggio alla Spagnola Telefonica.
Malgrado tutto questo Carlo Messina si dimostra ottimista e ritiene che la sua banca non abbia bisogno di alcun aumento di capitale, al contrario la ritiene una delle maggiormente solide a livello Europeo.
Ci si auspica soltanto che questa solidità permetta a Intesa San Paolo di agire con maggior forza sul mercato Italiano concedendo prestiti a persone e prestiti a famiglie, concedendo mutui e finanziamenti alle piccole e medie imprese.
Non sarebbe poi chiedere troppo, visto che si tratta proprio del mestiere tradizionale delle banche.
Mestiere che oggi sembrano abbiano dimenticato nell'affanno di concedere prestiti solo alle grandi imprese o di concedere prestiti allo Stato acquistando i cosidetti sicuri Titoli di Stato.
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