Dopo il misero fallimento della proposta iniziale dell'Eurogruppo di prelevare forzosamente tra il 6,7% ed il 15% su tutti i depositi bancari in essere a Cipro, l'Eurogruppo è stato costretto a ripiegare su un piano B, per certi versi anche più inquietante.
Infatti accantonata la proposta iniziale, contestatissima dal popolo Cipriota e poi ufficialmente bocciata dalla votazione al Parlamento di Nicosia, l'Europa ha raggiunto con Cipro un accordo su di un piano B che prevede il prelievo forzoso (confisca) del 37,5% su i conti bancari con depositi superiori a 100 mila euro
Ciò significa che per "salvare" le Banche Cipriote i correntisti si sono visti prelevare ben 37.500,00 euro ogni 100.000,00 euro dei loro risparmi.
Uno scenario abbastanza surreale se pensiamo che Cipro è un Paese dell'Unione Europea e da anni "tranquillamente" inserito nell'eurozona e (almeno sino a qui) contento di aver abbandonato la propria moneta per l'euro.
Non ci sarà quindi da stupirsi molto se i correntisti Ciprioti, appena possibile (le banche a Cipro sono forzatamente chiuse, lo ricordiamo, da oltre 10 giorni) preleveranno i loro residui risparmi dalle Banche dell'Isola.
Un altro aspetto non secondario emerso in queste ore sulla assurda vicenda di Cipro, alimentando rabbia e indignazione della popolazione, è il fatto che le Banche di Cipro (salvate con la confisca) avebbero (secondo il quotidiano Ethnos) nel corso degli ultimi anni "condonato" diversi milioni di euro di debiti residui su Prestiti da essi sottoscritti, trasformando di fatto i Prestiti Personali concessi ad alcuni Politici Ciprioti in vere e proprie "donazioni".
La lista dei nomi dei Politici e delle società ad essi riconducibili è stata inviata alla Commissione etica del Parlamento (dopo la pubblicazione su Ethnos).
Sembra prendere consistenza l'ipotesi secondo la quale Bank of Cyprus, Laiki Bank (Banca Popolare) e Hellenic Bank avrebbero cancellato diversi milioni di euro loro dovuti in prestiti da compagnie, deputati e amministratori locali come sindaci di grandi città.
Mentre a quei correntisti della Bank of Cyprus, con depositi superiori a 100 mla euro, che si vedranno confiscare il 37,5% dovrebbero essere dati dei pacchetti azionari della stessa banca, con la speranza che (essendo una banca salvata) alla riapertura della Borsa di Cipro (anch'essa forzatamente chiusa dal Governo dell'Isola) le azioni della Banca valgano ancora qualcosa.
Il prossimo 4 aprile il Governo di Cipro dovrà presentare all'Europa il piano di tagli che intende attuare.
Secondo la Redazione di Prestito.it anche questo tristissimo caso Cipro e soprattutto il modo con il quale è stato gestito dai Leader Europei e Europeisti, dopo il dramma Greco, evidenzia una volta ancora come Paesi con culture diametralmente opposte, economie sostanzialmente diverse tra loro non possano condividere una moneta unica (l'euro) rimanendo al contempo "Stati Sovrani" sostanzialmente indipendenti ... almeno sino al giorno in cui si accingono a bussare alle porte dell'Eurogruppo per chiedere il proprio "salvataggio ... economico".
Peccato per i Greci e Ciprioti che sino ad oggi non hanno ancora trovato la forza di allontanare la vecchia classe politica e cercare una ripartenza (default tecnico) guardando al futuro con prospettive nuove (magari con una propria moneta) mettendo in sicurezza in primis la propria economia interna. Una economia quella di Cipro o della Grescia molto lontana e diversa da quella di nazioni come la Germania e assai distante anche dalle logiche riconducibili a leve finanziarie su derivati tanto care ai mercati finanziari internazionali.
Onestamente non pre plausibile pensare che queste micro-economie possano in qualche modo continuare a basarsi su i Miliardari Prestiti internazionali (Eurogruppo, BCE, FMI ...), peraltro concessi loro ad interessi (SPREAD) talmente elevati da sembrare oggi insostenibili.
Prestiti che, come nel caso di Cipro, talvolta possono assumere dimensioni pari al 100% del PIL del Paese.
Michele Bini
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