E' ormai qualche anno che alle persone che si lamentano dello stato delle cose e dell'economia io rispondo di non farlo perchè nell'immediato futuro potrebbero scoprire che l'anno in corso era stato, tutto sommato, un relativamente discreto anno.
Con questa linea di pensiero tutti coloro che si lamentavano del mercato immobiliare durante il 2011 evidentemente sbagliavano (e non di poco), visto che oggi scopriamo che nel 2012 questo stesso mercato ha avuto una diminuzione (nei confronti del 2011) pari al 25,7%.
Un vero crollo.
Specie visto che, dialettica a parte, il 2011 non aveva certo brillato.
Il dato del 2012 con questa imponente diminuzione del 25,7% delle compravendite porta le compravendite immobiliari a quota 448.364, il peggiore risultato dal lontanissimo 1985 quando le compravendite furono solo 430.000.
Questi dati sono stati comunicati dal rapporto immobiliare 2013 realizzato dall'Agenzia delle entrate e dall'Abi.
Non sono poi solo le transazioni ad essere crollate, naturalmente.
Anche il fatturato ha avuto il suo proporzionale tracollo scendendo dai 101,9 miliardi del 2011 ai 75,4 miliardi del 2012.
Non solo, analizzando il trend delle compravendite si scopre che il calo che nel primo trimestre era del 19,5% ha raggiunto il 30,5% nell'ultimo trimestre.
Un dato che secondo la
Redazione di Prestito.it porta ad anticipare un nuovo calo anche per il primo trimestre del 2013.
Ma su questo dovremo attendere i dati ufficiali.
Per quanto riguarda le differenti aree geografiche, con una certa logica, il calo maggiore si è verificato in alcune delle zone dove in precedenza il mercato era riuscito a tenere discretamente.
Come il Nord-Est (che pesa per il 18,3% del mercato nazionale) luogo dove il calo sul 2011 ha raggiunto quota 28,3%.
Per tipologia di zona il calo è stato del 28,8% nelle città delle isole e del 26% nei capoluoghi del Centro e del Nord-Est.
Mentre nei comuni minori il calo si è fermato al 26%.
La cosa che poi colpisce maggiormente è che ancora una volta, contestualmente all'uscita di questi dati, si sono sentiti commenti da parte del nostro mondo politico che negavano l'esistenza di un rapporto diretto fra l'aumento della tassazione sugli immobili e lo stesso mercato immobiliare.
Una posizione assurdamente miope che vuole negare l'evidenza anche quando sarebbe di facile comprensione.
E' invece chiaro che il Governo in carica ha costatemente centrato l'obiettivo di spaventare le persone allontanandole dagli investimenti immobiliari e non ha fatto nulla di rilevante per spingere le Banche e gli Istituti Finanziari ad allargare la concessione di prestiti personali, di mutui per l'acquisto della prima o della seconda casa o per la concessione di finanziamenti aziendali.
Il clima negativo altamente punitivo che ha visto i proprietari di immobili divenire un facile target al sole per fare una rapida cassa per le mal gestite Casse dello Stato (mal gestite in quanto malgrado l'aumento della tassazione il Deficit Pubblico ha continuato il suo trend in aumento, vedi su questo argomento la precedente News....
Aumento Record del Prestito Pubblico Italiano) ha dunque avuto il deleterio effetto che molti, tra cui la Redazione di Prestito.it, avevano facilmente anticipato.
Riccardo Senzaterra
Moderatamente Controcorrente
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