Ormai da molte settimane una nutrita schiera di uomini politici Italiani continua ad uscire con pubbliche esternazioni sul fatto che (non sappiamo bene in base a quali dati) l'economia Italiana sta mostrando i primi segni di ripresa.
Purtroppo non tutti coloro che vivono l'economia reale di ogni giorno condividono questa idea.
Ed anche l'Istat che presenta i freddi dati statistici conferma che nel secondo trimestre del 2013 il calo del PIL, Prodotto Interno Lordo, risulta maggiore di quanto in precedenza preventivato.
Anche rispetto alle ultime stime communicate agli inizi dello scorso Agosto.
Il calo del Pil infatti rispetto al primo trimestre ha registrato un -0,3% (contro la stima del -0,2%) ed è stato del 2,1% (contro la stima del -2%) rispetto allo stesso periodo del 2012.
Questo porterebbe il calo totale per il 2013 a -1,8%.
Un dato che inequivocabilmente dice che la corrente crisi continua ad imperversare sul nostro paese e che la stessa crisi continua a produrre un effetto fortemente negativo sui consumi.
La
Redazione di Prestito.it ritiene che questi dati rispecchino la situazione economica generale molto meglio dele dilettantesche dichiarazioni improvvisate da parte di alcuni nostri esponenti pubblici e ritiene anche che il perdurare della crisis sia in buona parte da imputarsi alla attuale radicale politica messa in cantiere dalle banche Italiane in modo particolare con la restrizione del credito e la non concessione di prestiti personali o di prestiti e finanziamenti per le imprese.
Ritornando ai dati Istat ricordiamo che per i beni durevoli si sta viaggiando su un -7,1% a livello tendenziale e per i servizi un -1,8%.
Una situazione che sta portando ad avere merce invenduta nei depositi delle imprese, conseguenti tagli agli investimenti ed alla occupazione e altri conseguenti tagli ai consumi da parte di chi perde il proprio lavoro o ha il timore di poterlo perdere.
Insomma un vero e proprio classico circolo vizioso.
Uniche aziende apparentemente immuni da questa sindrome negative rimangono le aziende esportatrici che riescono sia a vendere i propri prodotti all'estero in mercati dove il consumo sta ancora reggendo e sia ad ottenere finanziamenti magari tramite banche estere che in questo momento stanno mostrando una dinamicità decisamente superiore a quella delle banche Italiane.
Unico, se pur modesto, dato non negativo rimane comunque il fatto che la corrente caduta del PIL risulta molto inferiore alla caduta precedentemente in essere e quindi potrebbe far trasparire la possibilità di una, graduale, inversione di tendenza.
Lo stesso Governatore della Banca d'Italia Visco ritiene che si debba spezzare il legame tra il debito sovrano e i sistemi bancari nazionali.
Ma si compiace che il sistema bancario nazionale stia tutto sommato tenendo molto bene, cosa dovuta anche al fatto che le banche Italiane hanno sempre avuto scarsa dimestichezza con in derivati internazionali
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