Dopo i commenti negativi pervenuti la scorsa settimana da parte della Commissione Europea, adesso anche l'OCSE aggiunge la sua potente voce per criticare l'eccessivo debito pubblico Italiano.
Un debito pubblico che continua a salire e che non viene minimamente aiutato dalla scarsa crescita nazionale che nel 2014 si prospetta al solo 0,6%.
Secondo OCSE al Governo Italiano presto rimarranno ben poche opzioni disponibili salvo quella di effettuare l'ennesima manovra finanziaria.
Una opinione questa condivisa dallo stesso da Olli Rehn, Commissario agli Affari Economici e Monetari.
Queste opinioni rappresentano un sostegno alla missione del Commissario Carlo Cottarelli e alla sua spending review per quanto riguarda la razionalizzazione della spesa pubblica Italiana, forse unico modo possibile per ottenere un abbassamento del debito pubblico.
In realtà le imprese Italiane alla ricerca di una possibile espansione non possono contare molto sul mercatyo interno che continua ad essere estremamente stanco.
Unica realistica possibilità rimane l'estero con una potenziale crescita nelle esportazioni. Anche in questo caso tuttavia le cose non si presentano molto semplici in quanto la stessa ripresa internazionale continua ad essere alquanto asfittica.
La domanda interna, calata nel 2013 per un 2,6%, dovrebbe aumentare solo nel 2015 e rimanere invariata nel 2014.
Le esportazioni invece dovrebbero aumentare già durante il prossimo anno per un 3,6% e del 4,(% nel 2015.
Fattore molto negativo rimane l'occupazione che in Italia rimarrà molto alta anche nei prossimi due anni.
Si prevede un aumentonel 2014 arrivando al 12,4% dal 12,1% di oggi e anche nel 2015 il massimo che si dovrebbe riuscire a fare è solo il ritornare ai livelli attuali.
Secondo OCSE l'Italia deve tagliare le tasse sul lavoro e aumentare il livello degli investimenti fissi che comunque dovrebbero beneficiare di un rimbalzo tecnico dopo i recenti 9 cali di PIL trimestrali consecvutivi.
Ci si auspica anche che le banche riaprano i rubinetti dei prestiti e dei finanziamenti alle piccole e medie aziende in modo da dare vigore ad una possibile ripresa.
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