Riduciamo la pressione fiscale. E' urgente rilanciare l'economia. Riduciamo il cuneo fiscale sul lavoratore dipendente per contrastare la dilagante disoccupazione.
Quante volte nel corso degli ultimi 2 anni gli Italiani avranno sentito frasi del genere dal Politico di turno, in una delle migliaia di trasmissioni televisive, i cosidetti "Talk Show" o all'interno di un Telegiornale ?
La cruda realtà purtroppo però pare essere un'altra.
La pressione fiscale e le Tasse stanno continuando ad aumentare sia per i cittadini che per le Imprese. Quasi impossibile che non venga alla mente il vecchio adagio "Predica Bene e Razzola Male" quando si pensa alla Politica in Italia.
Mentre le Banche continuano a ridurre l'erogazione di Prestiti e Finanziamenti alle PMI, nei prossimi giorni vi saranno ulteriori e più pesanti scadenze di Tasse da pagare.
Molte Piccole e Medie Imprese (Srl, Spa ...) si sono viste recapitare dai commercialisti e studi contabili un avviso di "proroga della scadenza" per il versamento dell'ACCONTO IRES previsto per il 30 novembre, il quale sarebbe stato posticipato al 10 dicembre 2013".
Apparentemente una buona notizia quindi, specialmente in un momento tanto difficile per l'economia italiana.
Macchè!!!
La "proroga della scadenza" non è stata concessa dal Governo e Ministero delle Finanze per dare respiro alle imprese, ma semplicemente per valutare se sussistono i presupposti per aumentare ancora l'aliquota dell'ACCONTO IRES su i redditi presunti del 2013 portandolo dal già incredibile 101% addirittura al 103%!!!
A parte il fatto che è "semanticamente" del tutto ILLEGITTIMO chiamare ACCONTO il versamento di una Tassa anticipata che supera il 100% del totale ipotizzato per la tassa stessa. Casomai un tale versamento andrebbe chiamato SALDO + ANTICIPO SU ESERCIZIO SUCCESSIVO.
Questo fatto però la dice davvero molto lunga sulle reali intenzioni del Governo Italiano in materia di "riduzione della pressione fiscale sulle imprese".
Tante aziende stanno cercando di FINANZIARE il PAGAMENTO DELLE TASSE.
Purtroppo però la percentuale di successo
- secondo una analisi su dati raccolti dalla Redazione di Prestito.it - nell'ottenere un Prestito con tale finalità è purtroppo inferiore al 30%.
Quindi addirittura 2 aziende su 3, anche se in temporanea difficoltà e con scarsa liquidità, dovrà provvedere al versamento delle tasse con le proprie forze.
Nessuno stupore quindi per i record di fallimenti registrati nel 2013 e l'incredibile numero di Aziende che decide "spontaneamente" di chiudere i battenti ... pur avendo un conto economico (acquisti / vendite) sostanzialmente in ordine.
Contribuendo così ad alimentare l'incremento della disoccupazione.
Peggio delle Piccole e Medie Imprese, almeno per quanto concerne l'entità dell'ACCONTO IRES, è andata alle Banche e Società Finanziarie, per le quali è previsto un "ACCONTO del 127%" ... Anche in questo caso si rabbrividisce agli effetti che ciò potenzialmente può comportare in termini di ULTERIORE INASPRIMENTO delle condizioni per l'ACCESSO AL CREDITO.
Invece di introdurre misure che "incentivino le Banche a concedere realmente Prestiti" a Famiglie e Imprese, gli si chiede di versare più Tasse, concedendo quindi alle stesse Banche un ulteriore "valido alibi" per non "riaprire i rubinetti del Credito".
Se permarrà ancora per molti mesi questo scenario, riassumibile in "Poche Idee ma Ben Confuse" , senza iniziative del Governo che riducano drasticamente le Tasse su cittadini e Imprese (cosa più urgente e rilevante della permanenza in Europa e Eurozona) non resta che affidare le sorti del Bel Paese alla fortuna, quindi ... In Bocca la Lupo Italia!
Michele Bini
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