Si è appena registrata la ottava flessione trimestrale consecutiva nel prezzo delle abitazioni acquistate.
Il nuovo calo del terzo trimestre del 2013 è stato pari a -1,2% rispetto al precedente trimestre ma addirittura del 5,3% rispetto allo stesso trimestre del 2012.
Sono questi dei precisi dati Istat che evidenziano ancora una volta quanto le dichiarazioni del nostro Governo, che sta parlando di una ripresa in corso, siano per lo meno fuori luogo e poco attendibili.
A questo calo generale di prezzi ha contribuito non solo la riduzione dei prezzi delle case esistenti ma anche una rinnovata aggressività dell'offerta delle case di nuova costruzione che ha causato un evidente flessione generale.
Sempre su base annua le abitazioni esistenti hanno registrato un calo dei prezzi pari al -6,8% mentre quelle di nuova costruzione hanno registrato un -2%.
Questa situazione deriva da molti fattori ed uno di questi è senza dubbio il Credit Crunch, la stretta creditizia che attanaglia il paese bloccando erogazioni di prestiti personali, erogazioni di mutui e finanziamenti alle piccole e medie imprese.
Una situazione vista anche in altri paesi dell'Eurozona ma con una enorme differenza.
Molti dei governi di altri paesi hanno messo in cantiere forti inziative miranti a stimolare la concessione di prestiti bancari mentre il Governo Italiano continua il suo rilassato percorso che vede solo alcuni dei suoi esponenti di rilievo vaneggiare in pubblico parlando di una ripresa che, se c'è, solo loro riescono a vedere.
Basti pensare che i prestiti erogati al settore privato a Novembre del 2013 segnavano una flessione annua del 4,3%. Erano quindi acora in peggioramento rispetto a Ottobre, con il -3,7%.
Mentre i prestiti concessi alle Società non finanziarie segnavano addirittura un -6%, rispetto al -4,9% di Ottobre.
Sempre poi secondo la Banca d'Italia i prestiti concessi alle famiglie sono scesi del 1,5% su base annua.
Va poi anche la pena di notare che sul mercato immobiliare oggi si sente l'effetto del semi terrorismo di Stato che ogni giorno invoca una nuova tassa, sempre anche con un nuovo nome, per punire i possessori di immobili.
Una situazione incomprensibile specie per coloro che sanno quanto l'edilizia possa sostenere non solo l'economia nazionale ma anche l'occupazione nazionale.
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