Bankitalia conferma i dati diffusi in precedenza che vedevano le famiglie Italiane continuare il proprio declino economico.
Nel periodo intercorrente tra 2010 e 2011 infatti il reddito delle famiglie Italiane ha visto un declino pari al 7,3%.
Al contrario, ma cosa prevedibile in un periodo di recessione economica, la ricchezza del 10% delle famiglie più ricche è salita portandosi al 46,6% del totale, dal precedente 45,7%.
Risulta anche in aumento la ricchezza negativa che arriva al 4,1% dal precedente 2,8%.
Per quanto invece riguarda la soglia di povertà questa scende oggi a Euro 7.678 contro i precedenti Euro 8.260.
Confermato anche il fatto che la classe che maggiormente risente di questa crisi economica sono i giovani ed in modo particolare gli under 34, assieme ai lavoratori autonomi.
Per i giovani il fatto si aggrava ulteriormente in quanto la difficile situazione finanziaria rende spesso impossibile il formare una nuova famiglia e costringe molto spesso a continuare a vivere con i genitori con tutte le relative ripercussioni anche psicologiche che ne derivano.
I fortunati di turno rimangono i pensionati che, avendo un reddito sicuro e stabile, sono riusciti a sopportare molto meglio gli alti e bassi della crisi economica.
Durante lo scorso anno il reddito medio famigliare è stato di Euro 30.380 mentre la ricchezza famigliare, mettendo in questo campo tutto il posseduto da immobili a oggetti, da azioni a titoli di stato ma con l'esclusione di mutui e depositi, ha raggiunto 143.000. Un livello che a livello Europeo in realtà viene considerato elevato.
Quello che tuttavia rimane il fattore maggiormente negativo è la percezione che l'economia non si riprenda, una percezione che porta a stringere i cordoni della borsa e a tagliare le spese anche da parte di coloro che potrebbero farle.
Per questo i consumi delle famiglie Italiane rimangono molto bassi e non si vede come possano crescere nell'immediato futuro.
Salvo naturalmente che le Banche Italiane non cambino la propria politica di concessione di prestiti personali, di mutui e di finanziamenti alle aziende e ritornino a finanziare persone e aziende.
Solo questo potrebbe forse far riprendere il mercato, far aumentare i consumi interni e iniziare a creare quella occupazione di cui oggi l'Italia ha disperatamente bisogno.
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