La decisione del Governo Renzi di aumentare la tassazione sulle quote Bankitalia pare avere irritato le banche che da sempre sono maggiormente predisposte a ricevere regali dal Governo e non, quelle che loro ritengono, punizioni.
Il Governo avrebbe infatti deciso di tassare al 26% le plusvalenze generate dalle fortunate banche sulla rivalutazione delle quote detenute nella Banca d'Italia.
In precedenza la tassazione previste era del 12%.
Questo aumento della tassazione dovrebbe fare entrare nelle casse dello Stato circa 1,8 Miliardi di Euro sui 6,9 Miliardi destinati a finanziare l'intelligente sgravio IRPEF sui redditi più bassi.
Uno sgravio che sicuramente avrebbe un immediato impatto sull'economia in quanto verrebbe probabilmente speso e quindi immesso nell'economia reale.
E naturalmente alle lamentele su questa, che molte banche vedono come una stangata fiscale, si sono subito affiancate le più o meno velate minacce.
La prima di queste e che se le banche subiranno un aumento della pressione fiscale si troveranno costrette a tagliare sui prestiti concessi alle famiglie e sui finanziamenti per le piccole e medie imprese.
Osservazioni che fanno anche un po' sorridere in quanto quando venne deciso di ufficializzare il corposissimo regalo della rivalutazione delle quote della Banca d'Italia alle Banche nessuna di loro si preoccupò di correre a comunicare alle famiglie Italiane che si erano riaperti i rubinetti del credito al consumo e che potevano chiedere ed ottenere nuovi prestiti o nuovi mutui.
Come nessuna di loro corse all'epoca a offrire finanziamenti alle piccole e medie imprese Italiani che di prestiti e finanziamenti hanno sicuramente bisogno.
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