Proprio nel giorno in cui la Borsa di Atene sembra quasi crollare con un tonfo macroscopico a seduta aperta del 9%, l'Italia sembra riuscire ad uscire dalla recessione ufficiale grazie alla introduzione delle nuove regole che inseriscono nel PIL nazionale anche molte attività in nero come prostituzione e droga.
Il nostro Paese ha dunque, in linea con le nuove direttive Europee, preso in prestito il valore aggiunto da queste attività chiaramente illegali per apportare un totalmente legale beneficio al PIL nazionale.
Malgrado l'influenza positiva di queste dubbie attività il prestito pubblico nazionale non ha certamente tirato un sospiro di sollievo visto che le incertezze economiche che oggi sono scaturite dal vecchio malato Europeo, la Grecia, hanno fatto pesare forti dubbi anche sui bilanci delle altre nazioni Mediterranee a rischio, Italia compresa.
Con la conseguenza immediata di far aumentare lo spread sui titoli Tedeschi da sempre considerati estremamente sicuri e quindi di rendere la gestione del nostro debito pubblico maggiormente onerosa.
Stessa sorte sembra toccare anche Spagna e Portogallo.
Ritornando alle nuove regole sul PIL, regole che in realtà erano nate per armonizzare meglio i paesi Europei dove, in alcuni casi, sia la prostituzione che l'uso di certe droghe sono totalmente legalizzati, queste regole permetteranno all'Italia di ridurre il rapporto fra prestito-debito pubblico e PIL che oggi rimane attorno al 132%, più del doppio del massimo livello indicato dalla unione Europea, ovvero il 60%.
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