Continua il calo dei prestiti a famiglie e dei finanziamenti alle piccole e medie imprese, l'economia non riparte e il PIL Italiano mette a segno il suo tredicesimo calo consecutivo. Un record.
Secondo i dati comunicati dall?ISTAT infatti il PIL scende anche nel terzo trimestre di questo 2014, anno che era stato indicato come l'anno della ripresa.
Una ripresa che ancora una volta si è fatta negare.
Il PIL è sceso dello 0,1% nei confronti del periodo Aprile-Giugno 2014 e dello 0,4% rispetto allo stesso terzo trimestre del precedente anno, il 2013.
Con questo nuovo calo sommato agli altri dodici precedenti la nostra economia ha fatto un balzo indietro di portata storica riportandoci ai livelli del 2000.
L'Istat ha messo in evidenza come il corrente calo del Prodotto Interno Lordo Italiano derivi principalmente da una forte diminuzione nel settore dell'Agricoltura e nel settore dell'Industria.
Si è invece registrato un aumento nel settore dei servizi.
Si parla dunque di una Italia che tende a produrre sempre meno ma allo stesso tempo cerca di mantenere un buon livello commerciale acquistando prodotti finiti o semi finiti dall'estero e rivendendoli sia nel mercato interno che in quello estero.
Considerata poi la difficile situazione delle famiglie Italiane, oppresse da una forte disoccupazione e da uno scarso accesso al credito al consumo e a prestiti e mutui, non sorprende che la domanda interna risulti sempre in calo mentre chi, almeno parzialmente, salva le nostre prestazioni rimane sempre l'export che continua ad avere un andamento positivo.
Naturalmente molte voci politiche si sono affrettate a dichiarare che la situazione rimane molto difficile anche per il resto dell'Eurozona.
Ma questa pare essere solo una veramente scarna consolazione.
Anche perché, a ben vedere, il resto dell'Eurozona sarà forse anche in crisi ma continua a registrare dati comunque positivi di crescita.
Il PIL della Eurozona è infatti aumentato dello 0,2% mentre quello dell'Unione Europea è cresciuto dello 0,3%.
Una prestazione che mette in un certo senso in una dovuta crisi i paesi che hanno voluto adottare la moneta unica Europea, il tartassato Euro.
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