L'Italia è da sempre stato un paese di risparmiatori.
Spesso gli Italiani sono stati criticati per non mettere sufficientemente mano al portafoglio e spendere, magari anche prendendo denaro in prestito. Una maggiore spesa infatti stimolerebbe i consumi e darebbe una positiva spinta all'economia nazionale.
A questo si è ormai anche aggiunta la restrizione sui crediti al consumo con le Banche Italiane che si sono dedicate a ristrutturare la propria base di capitale e a investire in Titoli di Stato a tutto discapito dell'erogazione di nuovi prestiti alle famiglie e di nuovi finanziamenti alle piccole e medie imprese.
Anche lo stesso Bonus Irpef, bonus destinato ai detentori di un reddito inferiore ai 26mila Euro, non pare aver avuto l'effetto desiderato considerato che sembra essere andato più nella direzione dei risparmi che non in quella delle spese come si auspicava quando venne introdotto.
Tutti i nuovi dati Istat confermano questo stato di cose.
Durante il terzo trimestre del 2014 il reddito famigliare sembra essere cresciuto per un 1,8% nei confronti del precedente trimestre e per un 1,4% nei confronti dello stesso trimestre del precedente anno.
Il potere di acquisto degli Italiani è dunque cresciuto per un 1,9% (visto che anche l'inflazione ha segnato un aumento pari allo 0,2%) rispetto al trimestre precedente e per un 1,5% rispetto al precedente anno.
E' aumentata la propensione al risparmio, un dato confermato sia dall'Istat che dall'ABI (Associazione delle Banche Italiane).
Proprio l'ABI ha già comunicato che il risparmio delle famiglie Italiane era cresciuto per un importo pari a 44 Miliardi di Euro, nel periodo dal Novembre 2014 al Novembre 2013, un aumento pari al 3,6%.
Gli Italiani quindi continuano a risparmiare, quando lo possono fare naturalmente e chi lo può fare.
E i motivi di questa attitudine al risparmio sono solo parzialmente positivi in quanto spesso si viene spinti da una (peraltro molto motivata) mancanza di sicurezza verso l'immediato futuro.
D'altra parte l'economia continua...a non partire, la disoccupazione domina il mercato con punte record, prestiti e finanziamenti sono sempre molto difficoltosi da ottenere e soprattutto continua una violenta pressione fiscale che, durante il terzo trimestre del 2014 ha toccato il 40,9% con un deciso aumento di ben 0,7 punti rispetto ai già elevatissimi dati del 2013.
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