Tavolo del Pianto del Prestito Greco


Abbiamo letto con particolare interesse un articolo dell'autorevole Financial Times che paragonava la vita in comune della Grecia con il resto dell'Eurozona a quella di una bella coppia in forte crisi matrimoniale.
Le due parti non si riescono più a sopportare, la fiducia reciproca è totalmente evaporata, gli sforzi di colmare le diffferenze continuano ma niente sembra funzionare.

Quando ci si trova in una simile situazione si conosce bene la soluzione.
Il divorzio.
Certo con il divorzio ambedue le parti finiscono col rimetterci finanziariamente, ma alla fin fine si deve fare ciò che si deve fare per cui si va avanti comunque con il divorzio e si paga il pur alto prezzo necessario per riprendersi quella libertà che un pessimo matrimonio aveva ormai portato via.

Questo, sempre secondo il Financial Times, rispecchia la corrente situazione fra la Grecia e il resto dell'Eurozona.
Il rapporto è ormai finito ed è venuto il momento di iniziare una vita nuova.

Ma allora quale è il problema?
Per quale motivo continuiamo a scrivere e a dire che la Grecia deve restare nell'Eurozona, che ci sarebbero forti conseguenze per l'economia dell'intera Europa, o addirittura del mondo, se la Grecia facesse la tanto temuta Grexit?
Che l'economia potrebbe crollare, niente più prestiti alle persone, niente finanziamenti alle aziende, niente mutui alle famiglie, la disoccupazione potrebbe salire ulteriormente, un diabolico effetto domino potrebbe coinvolgere molti paesi (tra cui Italia e Spagna) e così via....

Il motivo pare essere di una semplicità allucinante.
Esistono delle precise modalità per un divorzio fra persone ma nessuno aveva mai preparato una modalità per uscire dall'Euro!!
I nostri ambiziosi leader politici quando hanno messo in campo l'unione monetaria erano tanto focalizzati verso l'orizzonte da far venire il sospetto che portassero dei paraocchi.
Nessuna visione laterale.
Nessuna considerazione sul fatto che in qualche modo questa unione potesse non funzionare.
O perlomeno non funzionare per tutti.

E così anche oggi, pur di non ammettere di aver sbagliato, sono disposti a fare salti mortali per nascondere gli errori sotto il tappeto, a dare a fondo praticamente perduto Miliardi di euro (che qualcuno, i cittadini, ha dovuto sudare sette camicie per guadagnare) facendo infantilmente finta che un giorno (magari lontano) possano venire restituiti a continuare insomma una pietosa messa in scena che certo non copre di gloria nessuno.

Oggi, tuttavia, pochi veramente credono che una Grexit porterebbe a conseguenze simili a quelle subite nel 2008 quando crollò la Lehman Brothers e allora forse, come dice sempre nello stesso articolo il Financial Times, è venuto il momento di “trattenere fortemente il respiro e fare il salto”.
Potrebbe essere la cosa migliore per tutti.

Viene tuttavia un Machiavellico sospetto.
Il sospetto che, come abbiamo ripetuto varie volte su queste colonne, molti si oppongono a questa soluzione non perchè temono che non funzioni ma esattamente per il motivo opposto.
Hanno paura che, dopo il primo duro e cruento momento iniziale, la soluzione dell'uscita della Grecia dall'Eurozona funzioni anche troppo bene.
E che altre Nazioni verrebbero tentate a seguire l'esempio della Olimpica Grecia, nazioni come l'Italia...tanto per fare un nome a caso.

E nel frattempo nei prossimi giorni la povera Grecia dovrà ritornare al tavolo del pianto arrovellandosi sul come ripagare un prestito che mai e poi mai sarà in grado di ripagare neppure svendendo i gioielli di famiglia (gioielli su cui peraltro alcuni dei creditori hanno da tempo messo i bramosi occhi).

Riccardo Senzaterra
Moderatamente Controcorrente
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 - 2015-05-05 









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