Se i poveri cittadini e le famiglie Italiane hanno pianto per anni alla ricerca di un prestito personale che le banche non concedevano o concedevano solo e rigorosamente a coloro che di prestiti non avevano bisogno, i Governi della stragrande maggioranza delle nazioni del mondo industrializzato non possono che continuare a ridere per come sia diventato facile prendere dei soldi “a prestito” con la vendita di Titoli di Stato.
Per la impensata gioia di avere una lunga fila di investitori disposti ad acquistare i vari tipi di Titoli di Stato, Buoni del tesoro o di “Bonds” ricevendo in cambio poco o nulla in interesse.
In questo la Germania fa veramente scuola visto che l'interesse medio sul prestito Tedesco è sceso per la prima volta sotto lo Zero.
Non c'è solo la Germania.
Chi volesse acquistare il prestito pubblico Giapponese sino ad una durata di sette anni non solo si deve preparare a non ricevere interessi ma deve pagare qualcosa.
E “persino” l'Italia, oggetto di una ormai quasi dimenticata cospirazione un po' Germanica sulle nuove emissioni del nostro prestito pubblico che diede il colpo di Grazia al traballante Governo di Berlusconi del tempo, persino l'Italia riesce a far pagare qualcosa per il piacere di acquistare Titoli sino a tre anni.
A far fede a dati forniti dall'Agenzia di Rating Fitch, nel mondo ci sarebbero ormai più di 10 trilioni di emissioni governative a tasso di interesse negativo.
Non siamo ben sicuri se Fitch si riferisse al trilione Inglese (numero seguito da 18 zeri) o al Trilione Americano (numero seguito da “solo” dodici zeri).
Optiamo per quello Americano.
Ma in ambo i casi si tratta di una cifra certamente non trascurabile.
Tutto questo sembra avere il sapore di una vera e propria gigantesca “Bolla” che un giorno vicino o lontano andrà a scoppiare con conseguenze oggi difficilmente immaginabili ma certamente estremamente violente.
Molti prendono questa bolla con leggerezza dicendo che è vero che ha le caratteristiche di una bolla, ma che gli investitori continuano a comprare i Titoli di Stato e se fosse una vera e propria bolla gli investitori smetterebbero.
Osservazione naturalmente senza fondamento in quanto è proprio nella caratteristica delle bolle speculative il fatto che queste vengano negate ed ignorate per un periodo eccessivo di tempo.
Se non fosse così non ci sarebbero bolle.
E per chi ha qualche dubbio basti pensare agli inizi di questo secolo con le iperboliche valutazioni di nuove società nel settore tecnologico e il crash che ne seguì malgrado la tecnologia abbia poi avuto con Internet uno sviluppo incredibile.
Ritornando ai “Bonds” oggi l'inflazione rimane non esistente o molto bassa, l'economia ristagna e nessuno sembra preoccuparsi di cosa accadrà verso la scadenza dei bond acquistati.
Si guarda solo al valore di questi titoli che sembra continuare a crescere.
Guadagnando un due, tre o quattro per cento all'anno.
Di contro chi mira al risparmio tradizionale si trova davanti a tassi di interesse difficilmente sopra l'uno per cento.
C'è poi chi sostiene che comunque si può sempre contare sulla attivissima Banca Centrale Europea che continua a comprare e comprare (titoli di Stato) facendo da pilastro al mercato.
E il gioco continua.
Ma, ci si domanda, continuerà anche quando vedremo il ritorno dell'inflazione?
Perchè un giorno questa ormai quasi dimenticata inflazione ritornerà e lo farà con la violenza di chi è stato trattenuto fuori dalla porta artificiosamente troppo a lungo.
E con una inflazione anche solo del tre o quattro per cento che valore andranno ad avere i bonds negativi?
Il valore di una bolla pronta ad esplodere disperdendosi in un flash nell'aria che la circonda.
Riccardo Senzaterra
Moderatamente Controcorrente
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