Se ci si basa su alcuni dati ricavati da una ricerca realizzata per conto di Confcommercio, nei prossimi mesi si dovrebbe vedere un divario fra l’aumento delle richieste di prestiti e finanziamenti da parte delle imprese e quelle da parte delle famiglie.
Il motivo è molto semplice.
Oggi tra le famiglie Italiane l’atteggiamento di prudenza continua a manifestarsi a pieno campo.
Un atteggiamento appesantito dalla paura per quanto accadrà nell’immediato futuro, per la sicurezza del posto di lavoro, per il peso fiscale ed ora anche per l’inflazione che pare essere ben superiore a quanto dicono le statistiche ufficiali.
Al contrario, superato il drammatico momento del lockdown, molte delle imprese Italiane hanno una rilevante fiducia nella ripresa economica e ritiene che le prospettive per l’attività siano in netto miglioramento.
Come conseguenza ne deriva una necessità da parte delle imprese di mantenere elevati gli investimenti, in modo da tenersi al passo con la concorrenza, e quindi anche la necessità di accedere al credito mediante prestiti e finanziamenti.
Solo per dare una breve indicazione, mentre il tasso di ottimismo tra le famiglie si ferma al 24,3%, quello tra le imprese si vede un aumento del 42,7% nella fiducia di una ripresa economica ed un aumento del 61% nella fiducia del miglioramento della propria specifica attività.
Per quanto riguarda gli investimenti delle imprese, che naturalmente richiederanno prestiti e finanziamenti, se ne vede la necessità in modo particolare nel settore dell’innovazione e della sostenibilità.
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