Nel passato li abbiamo chiamati Prestiti Personali Nazionali questi sofferti prestiti che alcune nazioni Europee oggi fanno così fatica a rinnovare, indebolite come sono da sistematici attacchi sia da parte della stampa internazionale che da parte della speculazione internazionale.
La Redazione di prestito.it aveva già avuto modo di mettere in rilievo questa metodologia aggressiva che recentemente stava completando vittoriosamente la campagna contro la Grecia.
E all'epoca commentammo che dopo la Grecia e l'Italia la battaglia si sarebbe probabilmente spostata contro qualche grande paese Europeo, probabilmente Spagna o Francia.
L'Italia, mettendo in evidenza una ottima capacità di reazione, ha contrattaccato con insperato successo dotandosi di un nuovo leader politico (che si presenta come uno dei più competenti ed autorevoli tecnici a livello Europeo) e spiazzando con alcune decisive manovre finanziarie chi pensava di aver già vinto.
La Grecia come sappiamo ha capitolato totalmente affidandosi solo alla benevolenza e alla generosità dei vincitori.
Ci sono poi anche Portogallo e Irlanda, ma queste due più piccole nazioni fanno una maggior fatica a tenere accesa l'attenzione internazionale che le considera dotate di una economia troppo ridotta per poter veramente causare dei grossi problemi di sistema.
Per questo forse adesso ci si incomincia a scaldare con la Spagna.
Una grande popolosa nazione con un grosso potenziale di creare problemi alla intera Comunità Europea.
Ed è proprio di questi giorni la notizia che Citi ritiene che la Spagna non ce la possa fare a bilanciarsi tra l'austerità di cui ha bisogno per risanare i conti pubblici e lo sviluppo economico necessario a mantenere sufficientemente elevato sia il livello di vita sociale che il gettito fiscale.
E che non potendocela fare dovrà relativamente presto chiedere aiuto al Fondo Monetario Internazionale e alla Comunità Europea.
Probabilmente queste osservazioni sono giuste visto che la Spagna non ha centrato il proprio target sul deficit nel 2011 e che recentemente con un po di leggerezza aveva deciso di fissarsi un target molto soft per il 2012.
Visto anche che, a differenza dell'Italia, i cittadini Spagnoli hanno debiti molto elevati che inevitabilmente tendono ad aggravare il debito pubblico nazionale.
E che in Spagna si è artificiosamente cercato di evitare un più pesante crollo del valore degli immobili con il solo risultato che oggi nessuno ha una precisa idea della situazione e ancor meno una precisa idea di quanti debiti in sofferenza potenziale le banche Spagnole abbiano in portafoglio.
E quando le banche vivono questi momenti la prima cosa che tendono a mettere in atto è quella di fare un passo indietro e di ridurre l'offerta di prestiti personali, prestiti a imprese e mutui.
Cosa certamente poco positiva per l'economia.
A questo si può aggiungere il fatto che le leggi Spagnole sul lavoro sono molto protettive e quindi scoraggiano le ditte nazionali e internazionali ad assumere nuovo personale e il quadro è completo nel confermare che giorni difficili si profilano all'orizzonte.
Bisogna dire che la Spagna si sta muovendo per ridurre il debito pubblico, snellire l'economia e le leggi sul lavoro etc ma fa tutto questo in un contesto sociale dove la disoccupazione è al 23% della popolazione e a un incredibile 50% fra le giovani leve.
La speranza è che le nuove manovre finanziarie non aggravino eccessivamente la situazione economica delle famiglie visto che basterebbe molto poco per creare disordine sociale, che le banche non restringano troppo il prestito alle persone, il prestito alle famiglie e il prestito alle imprese e che i problemi della Spagna non contagino direttamente altri paesi come l'Italia e la Francia in questo continuo pericoloso gioco di domino finanziario.
Corrado Colombini
Redazione - Prestito.it
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