Il Buco Nero della Spagna


In questi giorni sto viaggiando in alcune nazioni Europee e in due diverse occasioni ho incontrato un gruppo di Spagnoli che lavorano per Organizzazioni Internazionali (ILO e UN).

Inevitabilmente la conversazione è scivolata sull'economia Europea ed in particolare quella Spagnola.
Un dato che sembra essere costantemente in mente è quello relativo alla disoccupazione fra i giovani Spagnoli, che oggi supera il 50%. Una percentuale che molti ritengono impressionante.

Ebbene in questi giorni gli Spagnoli che ho incontrato sono riusciti a sorprendermi con un atteggiamento molto rilassato su questo punto.
Sono stati infatti quasi tutti concordi nel dire di non credere troppo a questi dati.
Che sia loro che quasi tutti i loro amici e conoscenti quando hanno iniziato l'attività lavorativa lo hanno fatto lavorando in nero, senza essere regolarmente registrati. E questo per qualche anno.
E che quindi i dati che oggi vengono pubblicati non sono completamente attendibili.

Non sempre però si può essere d'accordo su questa linea di pensiero in quanto questi dati sono invece importanti ed attendibili non tanto per la percentuale numerica che viene pubblicata ma per il trend che mettono in evidenza.
Un trend in questo caso molto negativo e che continua a peggiorare.

Ma la cosa ancora più rilevante è osservare questo modo di pensare e di operare che è ovviamente molto diverso da quello che si trova nella più lineare ed inflessibile Germania e viene ancora una volta da domandarsi come sia possibile che nazioni con discipline (fiscali) totalmente differenti possano continuare (per lungo tempo) ad avere una stessa moneta.
Verrebbe molto più facile il pensare che questo proprio non sia possibile.

Anche poi le dichiarazioni che arrivano dai più alti livelli politici Spagnoli ci potrebbero portare ad una simile conclusione.
In questi giorni Luis de Guindos, il Ministro responsabile delle Finanze Spagnole, si è lanciato con dichiarazioni molto decise sui motivi per cui il resto dell'Europa deve a suo parere aiutare la Spagna.
Sostanzialmente dicendo che questo deve essere fatto perchè molte banche Europee hanno prestato molti soldi al suo paese e perderebbero i loro prestiti se la Spagna dovesse crollare.
"Chi detiene il nostro debito pubblico?” sono le parole del Ministro. “Bisogna capire che chi ha tutto l'interesse che le cose vadano bene per la Spagna sono i creditori. O Voi credete che loro (i creditori) non vogliano prendere i loro prestiti indietro? Io vi assicuro che lo vogliono"

Sarà anche vero ma non sono queste parole da Ministro del Tesoro di una importante Nazione.
E sono parole che giustamente faranno passare a tutte le banche (non Spagnole) del mondo la voglia di investire nel debito pubblico di questa nazione almeno per il prossimo decennio.

Tutto questo per ribadire quanto la situazione per l'Eurozona sia oggi in un momento di potenziale drammatico movimento e quanto le prossime settimane saranno importanti per la stessa esistenza dell'Euro almeno nella forma attuale.
Presto ritorneranno infatti le notizie dalla Grecia con le sue prossime elezioni politiche ma quello che veramente andrà a contare sarà se e come il problema Spagnolo troverà una soluzione.
La Grecia infatti, anche nella drammaticità del suo travaglio finanziario, rappresenta comunque un qualcosa di affrontabile e sostenibile.
Ma La Spagna è e rimane una cosa di tutt'altra dimensione.

E se in Spagna si dovesse veramente aprire un buco, diverrebbe un buco nero capace di assorbire tutto quanto le ruota attorno.
Compreso lo strapazzato Euro.



Corrado Colombini

Redazione - Prestito.it
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Redazione Prestito.it - 2012-06-04 









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