La Redazione di Prestito.it con questa notizia vuol segnalare, secondo il proprio punto di vista, un altro fenomeno strettamente legato a credit crunch (difficoltà di accesso al credito) contestato da più parti alle Banche Italiane, ed in verità non solo a quelle Italiane, nel corso degli ultimi mesi.
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Proprietari ed il management delle Imprese Italiane invecchiano, tante le Imprese controllate da Over 70 e, apparentemente il ricambio generazionale stenta non poco. Questo quanto emerge da una nota recentemente diffusa da Infocamere.
Crollato il numero imprenditori con età inferiore ai 30 anni, da fine 2006 a dicembre 2011, le imprese dirette da under 30 sono diminuite di ben 38.000 unità.
Mentre le imprese individuali con proprietari tra i 50 ed i 69 anni sono diminuite solo dello 0,1%, quelle condotte da imprenditori con un età compresa tra i 30 e i 49 anni sono diminuite addirittura del 5,1%.
Le Imprese con a capo settantenni, in contro tendenza, sono addirittura aumentate, anche se solo dello 0,7%.
L'appello delle varie associazioni di categoria, ma non solo, si rivolge da un lato alle forze politiche e di governo per l'introduzione di normative che incentivino la costituzione di nuove imprese condotte da giovani (come molti altri paesi stanno già facendo) e da un altro lato alle Banche chiedendo loro di tornare a svolgere un ruolo attivo, dopo i copiosi finanziamenti BCE ricevuti, tornando ad essere una componente fondamentale nei processi produttivi e di crescita, più attente e disponibili con il mercato del lavoro e motore per le imprese volenterose di uscire da questa congiuntura economica non positiva.
Tutto ciò nella speranza che le Banche nel prossimo futuro possano mettendo da parte, almeno per un certo periodo, alcuni oleati meccanismi finanziari basati ed incentrati su leve finanziarie e bond pubblici di paesi europei e/o di paesi emergenti che certamente sotto il profilo della marginalità sono più appetibili e meno rischiosi di un finanziamento al fornaio, officina, calzaturificio, mobilificio, vivaista. o di qualsiasi altra attività della tanto chiaccherata
Economia Reale ... ma probabilmente reinnestare un ciclo virtuoso nelle dimenticate attività delle PMI Italiane sarebbe di gran lunga più espansionistico, per le Banche e gli Istituti di Credito Italiani, di qualsiasi interesse attivo promesso dal Bond del paese emergente di turno, anche di quelli che promettono tassi di interessi attivi in doppia cifra.
Con tutto il rispetto per i bravi manager ultra-settantenni - secondo l'osservatorio di Prestito.it - non è possibile sperare nel rilancio dell'economia e nello sviluppo di piani economici di lunga durata (a 10 -15 anni) confidando solo su questa generazione; che ha già dato tanto e che probabilmente oggi agisce sul mercato prevalentemente con atteggiamenti prudenziali e conservativi, spaventati dalla crisi, dalla restrizione di accesso al credito e una pressione fiscale senza precedenti in Italia.
Questa generazione di imprenditori ha già sognato e profuso i propri entusiasmi ed oggi, come dargli torto, in molti casi tende a dissuadere e sconsigliare i propri figli a seguire le proprie orme coscienti che le condizioni economiche per attivare in Italia una nuova attività non sono entusiasmanti come un tempo.
Michele Bini
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