Nel 2012 le Società Italiane che hanno subito almeno un protesto su pagamenti sono state ben 47.000, un dato che anche stavolta fa registrare un record (negativo) assoluto.
Il dato è oltremodo alto e allarmante se pensiamo che in questo censimento sono incluse unicamente le Aziende in forma societaria (spa, srl, snc, sas ...), mentre sono escluse le imprese individuali con partita iva, che in Italia sono ben oltre 1milione.
I dati diffusi da Cerved (Società specializzata nell'analisi di dati societari) evidenziano un incremento dei protesti di oltre il 45% rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi economica globale che ha investito molto violentemente l'Italia e che purtroppo ancora oggi non sembra voler finire.
Il dato tendenziale dei protesti mostrerebbe addirittura una decisa accellerazione durante gli ultimi 3 mesi del 2012, con un +16% anche rispetto al medesimo periodo del già travagliato 2011.
Il settore dove si sono registrati il maggior numero di protesti è quello delle costruzioni, ma sempre secondo Cerved nessun settore sembra essere stato risparmiato dal fenomeno.
Il trend peggiore è però quello delle forme più strutturate: tra ottobre e dicembre 2012 si contano infatti più di 22 mila società non individuali cui è stato levato almeno un protesto (+16% rispetto allo stesso periodo del 2011).
Il dato più preoccupante riguarderebbe proprio le Aziende di grandi dimensioni, le quali sempre nell'ultimo trimestre 2012, hanno fatto segnare gravi ritardi di pagamento (ovvero oltre i due mesi) nell'8,2%, rispetto a un già forte 6,9% dell'ultimo trimestre 2011.
Molte le associazioni di categoria che attribuiscono, almeno in parte, questi dati tanto negativi oltre alla evidente crisi e recessione economica del paese, alle difficoltà che le Aziende riscontrano nell'accesso al Credito.
Infatti proprio alcuni giorni fa, il 9 marzo 2013, Confindustria ha diramato una nota sulla scia dei dati rilasciati da Bankitalia, dove lanciava l'allarme per l'emergenza di credito alle imprese.
Il Centro Studi di Confindustria afferma:
"L'Italia è ancor una volta in piena emergenza credito. Rischia di partire la terza ondata di credit-crunch, dopo quelle del 2007-2009 e quella del 2011-2012", aggiungendo in fine che
"le banche sono sempre piu' selettive, i Prestiti calano, i Tassi salgono".Alla
Redazione di Prestito.it continuano, in verità, ad arrivare quotidianamente dati contrastanti, tra coloro che richiedono un Prestito o un Finanziamento ottenendo un esito negativo ed i comunicati e commenti dei responsabili comunicazioni di alcune Banche Italiane che sostanzialmente contestano l'origine dei dati relativi alla riduzione dell'accesso al credito, poichè sostengono che i dati relativi al minor numero di Prestiti erogati sono corretti, ma deriverebbero principalmente dalla forte riduzione della domanda e non dal Credit Crunch Bancario.
Michele Bini
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