I dati contenuti nel bollettino economico di Bankitalia diffusi a meta luglio 2012 evidenziano un Paese ancora alle prese con una dura recessione, -2% del PIL, nel 2012.
La stessa Bankitalia quindi rivede ancora al ribasso le stime del 2012, poichè la crescente disoccupazione giovanile ed anche gli effetti del sisma in Emilia avrebbero contribuito ad aggravare la situazione economica Italiana.
Anche se per l'agenzia di rating Moody's permangono forti incertezze per la crisi del debito. Nel 2013 Bankitalia, confidando negli effetti positivi delle riforme del governo, prevede per l'Italia una uscita dalla recessione ed il ritorno ad una timida crescita.
In verità, secondo la Redazione di Prestito.it, in questa fase ancora acuta della crisi economica Italiana, Europea e Internazionale, ogni previsione negativa o positiva lascia un poco il tempo che trova.
E' peraltro comprensibile che Bankitalia, anche per il ruolo istituzionale che ricopre, enunci parole di speranza per una uscita dalla crisi relativamente rapida e un ritorno alla crescita nel 2013, ma rimane ferma la convinzione della Redazione di Prestito.it che serviranno ben altre e più energiche azioni (non solo Italiane) di quelle messe in campo sino ad ora per mettere la parola fine a questa lunga crisi economica e la sistemica crisi dell'area euro.
I vari leader Europei pare che tutt'ora siano concentrati soprattutto su politiche di debito (acquisto titoli da parte della BCE, Eurobond si Eurobond no) e sul contenimento della speculazione internazionale (che gode degli artificiosi differenziali... spread ...tra Paesi Europei di serie A e Paesi Europei di serie B).
Gli stessi governi ed i loro rappresentanti purtroppo pare che non abbiano, sino ad ora, riservato la stessa concentrazione per i temi dell'economia reale (accesso al credito, innovazione, riduzione pressione fiscale, incentivi ad attività lavorative, semplificazione delle norme, riduzione del numero di adempimenti ...) e sul fronte dei tagli agli sprechi della politica e della spesa pubblica.
Certo è che senza l'economia reale anche il più splendido salvataggio delle attività finanziarie globali e globalizzate, a lungo andare, spread o non spread, è destinato a naufragare mestamente.
Michele Bini
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