Pensiero della Domenica.
Una delle caratteristiche di base del Capitalismo è la libertà del mercato.E se veramente si crede nel sistema capitalistico si dovrebbe accettare tutto ciò che con questo sistema viene, anche se a volte non è piacevole.
Nel caso della situazione specifica in cui oggi versa l'economia Europea dovremmo lasciare che le imprese sulla strada del fallimento falliscano, che lo Stato, le persone e le famiglie riducano il proprio debito spendendo meno (facendo entrare il mercato in deflazione)....e che la Grecia esca dall'Eurozona.
Ne seguirebbe una
recessione che avrebbe la funzione di ripulire il mercato infliggendo pesanti perdite a tutti coloro che avevano preso delle decisioni finanziarie sbagliate o perlomeno con un tempismo sbagliato.
Come chiunque abbia acquistato immobili da investimento quando il mercato era ai massimi.
Un processo questo apparentemente brutale ma che in realtà andrebbe a generare splendide opportunità per altri operatori.
In questo modo infatti gli operatori più preparati ed astuti potrebbero acquistare, magari prendendo tempestivi prestiti e finanziamenti personali, a prezzo da saldo attività economiche precedentemente gestite da incapaci (o sfortunati) e potrebbero fare un uso più pratico, intelligente ed efficiente delle risorse riuscendo (relativamente) presto a generare nuova ricchezza per se e la comunità attorno a loro e a creare nuovi preziosi posti di lavoro.
Inoltre, avendo acquistato (per esempio impianti produttivi) a bassissimo prezzo, i nuovi operatori si troverebbero in condizione di vendere sul mercato prodotti a prezzi molto competitivi e quindi dare un beneficio ai consumatori dotati di denaro con un aumentato potere di acquisto.
Senza contare che, in questo scenario,
i Tassi di Interesse verrebbero mantenuti ad un normale livello e quindi appena sopra l'Inflazione in modo da incoraggiare le persone a risparmiare.
Una cosa questa che andrebbe a tutto beneficio delle persone che hanno risparmi (proteggerebbe quindi la categoria dei pensionati) e a beneficio delle imprese in quanto questi risparmi dalle banche arriverebbero in prestito all'economia reale e quindi alle imprese commerciali e industriali sotto forma di prestiti e finanziamenti.
Il tutto andrebbe ancora a generare nuova ricchezza.
La recessione sarebbe dura ma la ripresa che dovrebbe poi seguire sarebbe forte.L'unico problema è che i nostri (poco) illuminati politici non prenderebbero mai in considerazione questa possibilità (neppure per scartarla) e mai neppure ne andrebbero a valutare i possibili benefici in quanto il loro istinto di sopravvivenza politica a breve gli dice di evitare le crisi (anche quelle che potrebbero fare bene) e di continuare ad assistere l'economia comatosa, le banche in difficoltà, gli stati già tecnicamente falliti.
Per un solo (e poco nobile motivo) perché se facessero il contrario perderebbero sicuramente le successive immediate elezioni.
E perché se poi dopo la crisi dovesse effettivamente arrivare la ripresa, questa sarebbe per loro la beffa dopo il danno in quanto della ripresa si vanterebbe il partito politico al momento in carica e non loro che le elezioni nel frattempo le avevano perse.
Meglio quindi mirare alla rianimazione forzata ossigenando disperatamente la comatosa economia, generare inflazione, vincere le elezioni e poi, con l'aiuto della stessa utilissima inflazione, liberarsi di una buona parte dei debiti e distruggere i risparmi degli incauti elettori che li continuano a votare.
E votare li votano, specie oggi che
i partiti vogliono cambiare nome più frequentemente dei rapinatori di banca.
Cosa che ambedue le categorie fanno per gli stessi simili buoni e giustificati motivi.
Farsi dimenticare l'immediato passato.
Riccardo Senzaterra
Moderatamente Controcorrente
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