Sono in molti oggi ad invidiare la Germania per la sua forte economia e per la sua solida struttura sociale.
Ma la Germania per arrivare dove si trova oggi ha dovuto seguire un programma di sforzi quotidiani metodici da atleta olimpico.
Sforzi messi in atto da tutte le parti sociali.
Intanto ha creato una diffusa rete di aziende piccole, medie e grandi altamente produttive.
Ha reso possibile il finanziamento a lungo termine di queste aziende e le ha spinte ad investire nell'addestramento del personale, nello sviluppo tecnologico e nel creare efficienti reti di vendita e di assistenza post vendita.
Poi i Sindacati Tedeschi hanno accettato contratti con salari più bassi e contratti più flessibili.
Questo ha fatto salire lo standard di vita molto più lentamente rispetto alle altre stesse nazioni Europee ma ha aumentato significativamente la competitività della produzione industriale interna ed ha attirato molte multinazionali ad investire nell'area Tedesca.
Naturalmente anche per la Germania la competizione con le grandi Nazioni Emergenti non è stata facile.
Lo si vede negli ultimi dati di crescita che per il secondo trimestre del 2012 indicano una crescita limitata allo 0,3% con previsioni negative per la seconda parte dell'anno.
Dati in assoluto non particolarmente brillanti, ma ottimi se paragonati con quelli che arrivano da molte altre economie Europee che viaggiano in negativo.
Unico punto negativo in Germania forse è il comportamento delle banche che hanno seguito il (cattivo) esempio dei colleghi Americani ed Europei andando ad investire all'estero finanziando assurdi progetti immobiliari in nazioni come Spagna e Grecia.
Questo a discapito degli investimenti nel mercato nazionale che sembravano offrire meno attraenti possibilità di ritorno.
Grazie comunque alla sua consistente politica economica ed alle riforme che in Germania sono già state realizzate, oggi la Germania gode di un prestigio e di una forza industriale e finanziaria unica in Europa e praticamente ha un potere di veto su qualsiasi decisione che l'Eurozona si accinge a prendere.
La forza finanziaria della Germania non è però arrivata sotto forma di munifico regalo del Buon Dio ma solo con costanti sforzi e sacrifici fatti in particolare dalle classi meno abbienti che anche oggi in un certo qual modo beneficiano meno della potenza economica del paese.
Su una cosa tuttavia anche le classi meno abbienti hanno pari potenza di fuoco.
Sul voto.
E il pensare che i cittadini Tedeschi vogliano volontariamente scrivere assegni in bianco agli allegri e vacanzieri concittadini del (per loro) Sud Europa è certamente poco realistico.
Come poco realistico e' il pensare che gli stessi cittadini continuino a votare i leader politici che gettano al vento i loro sudati risparmi.
Allora quali possibilità rimangono ai Leader Politici Tedeschi che vogliono fare forse il bene dell'Europa ma che certamente vogliono essere rieletti.
Non certo aumentare la tanto (dai Tedeschi) odiata inflazione su cui hanno combattuto una positiva battaglia negli ultimi due decenni.
Non certo scrivere degli assegni in bianco all'Eurozona.
Visto che si ricordano ancora vivamente il dolore sofferto quando scrissero un gigantesco assegno in bianco per la riunificazione della Germania dell'Est..
Forse neppure far cadere l'Euro che, seppur non troppo amato, è ormai la pratica moneta Europea che in un certo modo mantiene competitivo l'intero sistema economico Tedesco.
Basterebbe pensare a cosa succederebbe se si dovesse ritornare al Marco Tedesco che tutti gli investitori del mondo prenderebbero come un gigantesco Franco Svizzero da acquistare per sicurezza.
Allora l'unica reale possibilità rimane quella di Germanizzare l'Europa con un cambiamento drammatico dell'intera politica estera Tedesca che sino ad oggi mirava ad adattare la Germania alle strutture Europee.
In futuro potrebbe invece essere il resto dell'Europa che, bisognoso di un vitale e vigoroso tonico finanziario Teutonico, debba (volente o nolente) realizzare tutte quelle riforme necessarie per continuare a far parte della nuova e potente EuroGermania.
Corrado Colombini
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